Recensione di Antonino Scalone – 11/5/2005
Filosofia della religione, Filosofia politica (tolleranza, uguaglianza)
Lo scritto giovanile di Karl Marx Sulla questione ebraica è da gran tempo disponibile in traduzione italiana. Non erano però mai stati tradotti i due saggi di Bruno Bauer ai quali nel suo scritto Marx faceva polemico riferimento. Massimiliano Tomba ha opportunamente colmato la lacuna offrendo al lettore italiano in unico volume i contributi di Bauer e Marx, corredati da un’ampia ed esauriente Introduzione che aiuta a collocare la polemica nel suo contesto storico-concettuale.
Il tema al centro dell’attenzione dei due pensatori è quello dell’emancipazione degli ebrei. Rispetto a questo problema Bauer applica con decisione la propria metodologia critica, la stessa usata nel medesimo torno di tempo contro il cristianesimo nel saggio Die entdeckte Christentum. Come rileva Tomba, la critica al cristianesimo avanzata in questo saggio non è meno dura e affilata di quella all’ebraismo avanzata ne La questione ebraica: “Anzi –scrive – probabilmente lo è ancora di più, perché con il cristianesimo le opposizioni religiose sarebbero diventate assolute” (p. 13). Il cristianesimo, cioè, avrebbe assolutizzato il principio politico-teologico di esclusione originariamente presente nella religione ebraica. La conseguenza è che “l’universalismo cristiano sarebbe, secondo Bauer, sempre in procinto di ribaltarsi nel suo opposto: esso ha per oggetto non l’uomo, ma il cristiano, ed esclude necessariamente tutto ciò che non è cristiano” (p. 14).
Poste queste premesse, risulta chiara ad un’analisi critica l’insufficienza della richiesta liberale di emancipare gli ebrei, dovuta al fatto che, come scrive ancora Tomba, “nessuno, né l’ebreo, né il cristiano, è libero nello Stato cristiano” (p. 19). E’ significativa l’espressione “Stato cristiano” adottata da Bauer: essa “intende esprimere la struttura logica che fa del principio di esclusione il momento costitutivo dello Stato. E’ questo il nocciolo teologico che Bauer evidenzia al cuore del politico. Ciò che i liberali erano incapaci di vedere era la natura esclusiva dello Stato, cosicché ogni tentativo di chiedere o esigere dallo Stato la cittadinanza universale risultava secondo Bauer velleitario, perché è nella logica del politico che un qualcuno venga escluso. L’identità di una comunità politica può esistere solo in forza di un’esclusione” (p. 19).
La complementarietà fra le due questioni, quella ebraica e quella cristiana, tale per cui l’emancipazione degli ebrei non può costituire una soluzione criticamente soddisfacente, emerge in modo particolarmente preciso in una pagina della Questione ebraica ove Bauer afferma che da un lato l’ebreo, finché resta tale, non può che vivere “in continua separazione dagli altri” e che, dall’altro, “il cristiano, in quanto cristiano, non può concedere diritti umani”; la conclusione di Bauer è che “ciò che nessuna delle due parti possiede, essa non la può dare all’altra, né la può ricevere dall’altra” (p. 62).
Se Bauer, analizzando la struttura teologica del principio di esclusione proprio dello Stato, “vuole riformulare la questione dell’emancipazione sopprimendo quella logica esclusiva” (p. 22), Marx oppone il fatto che l’emancipazione religiosa, lascerebbe tuttavia “sussistere le diverse religioni come diverse concezioni del mondo, riducendole alla sfera privata”; la conseguenza – scrive Tomba - è che “in questo modo l’emancipazione politica non emanciperebbe l’uomo dalla religione, vale a dire dalla scissione, che è propria dell’individualità moderna, tra bourgeois e citoyen” (p. 23). Si legge infatti nel saggio marxiano: “La contraddizione nella quale si trova l’uomo religioso con l’uomo politico, è la medesima contraddizione nella quale si trova il bourgeois con il citoyen, nella quale si trova il membro della società civile con la sua politica pelle di leone […] Il conflitto tra l’interesse universale e l’interesse privato, la scissione tra lo Stato politico e la società civile, questi contrasti mondani Bauer li lascia sussistere, mentre polemizza contro la loro espressione religiosa” (p. 184).
Ciò che si chiede Tomba è se effettivamente il Marx dei primi anni ’40 sia già in possesso degli strumenti concettuali per realizzare in modo compiuto questo oltrepassamento di Bauer. Quel che in ogni caso merita di essere posto in luce è come lo strumentario baueriano offra al momento “i pezzi di artiglieria più forti” per operare “una critica della Dichiarazione [francese del 1789] e dei limiti della concezione dei diritti umani” (p. 31). È Bauer, infatti, a rendere evidente la contraddizione propria dei diritti universali: essi sono validi per tutti gli uomini in quanto uomini, ma effettivamente vigenti solo per i cittadini di uno Stato; ciò significa che risultano fondati, ancora una volta, sul principio di esclusione tipico dello Stato (cfr. p. 32).
Ma l’analisi baueriana non fornisce soltanto gli strumenti di una critica acuminata, bensì prefigura, a partire dall’assunzione dell’”universalità come attività di pensiero” che “denuncia il torto di ogni esclusione di chiunque sia in grado di pensare” (p. 34), un cammino di liberazione scandito dal conflitto: “Non c’è nessuna legge storica che garantisca l’universalismo dei diritti – scrive Tomba – perché questo, secondo Bauer, è solo il risultato di una lotta tra gli esclusi e i detentori di privilegi”. Ciò ha una duplice importante conseguenza: da un lato “che l’universalità dei diritti umani emerge nei conflitti pratici (praktische Kämpfe)”, dall’altro che “l’universale, per Bauer, e come sarà anche per Marx, non si dà come neutralità, ma come la posizione di una parte la cui pratica coincide con l’universale” (p. 35).
Indice
La questione ebraica: il problema dell’universalismo politico di Massimiliano Tomba
La questione ebraica di Bruno Bauer
La capacità di diventare liberi degli ebrei e dei cristiani di oggi di Bruno Bauer
Sulla questione ebraica di Karl Marx
L'autore
Massimiliano Tomba è ricercatore di Filosofia politica all’Università di Padova. Si è occupato della filosofia classica tedesca e del pensiero posthegeliano. Ha curato i Prolegomeni alla storiosofia di August Cieszkowski e ha pubblicato tra l’altro Crisi e critica in Bruno Bauer. Il principio di esclusione come fondamento del politico, Napoli 2002.
Links
www.seop.leeds.ac.uk/archives/sum/2002/entries/bauer (notizie biobibliografiche e sull’opera di Bauer)
www.radikalkritik.de/BiogrBBauer.pdf (frammento di biografia inedita di Bauer ad opera di G. A. van den Berg Eysinga)
www.bfp.unipi.it/rec/bauer.htm (recensione del volume di Tomba Crisi e critica in Bruno Bauer. Il principio di esclusione come fondamento del politico)
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