Torino, Utet (Classici della filosofia, 44 ), 2005, pp. 387, € 56,00
Recensione di Gianfranco Cordì - 01/06/2005
Filosofia della religione (teologia), Storia della filosofia (medioevale)
Abū Hāmid Muhammad Ibn Muhammad al-Gazālī (Tūs, Khorāsān 1058-1111) si pone, nei tre scritti raccolti dalla Utet sotto l’unico titolo de La bilancia dell’azione e altri scritti, come una vera e propria guida spirituale. Il volume, curato da Massimo Campanini, professore di Cultura Araba presso l’Università di Milano, oltre a un’Introduzione dello stesso Campanini raccoglie tre composizioni del celebre teologo musulmano medievale: La bilancia dell’azione (composta tra la fine del 1094 e l’inizio del 1095), La retta bilancia (1095-1106) e L’alchimia della felicità (redatta sicuramente dopo il 1095). Lo scopo primario di al-Ghazālī è proprio quello che si è appena anticipato. Se, infatti, nella Bilancia dell’azione egli annuncia fin da subito che il suo intento è quello di “sapere quale sia l’azione che procura la felicità e distinguerla da quella che conduce alla miseria” (p. 99), nella Retta bilancia afferma che si sta apprestando a soppesare la conoscenza “con la retta bilancia (al-qistās al-mustaqīm) così che il vero e il falso, il diritto e l’obliquo possano risultarmi evidenti” (p. 280) e nell’Alchimia della felicità spiega che il fine ultimo di quell’alchimia che va ricercando col suo trattato “è che chiunque abbia attributi negativi, se ne liberi; e chiunque abbia attributi della perfezione, se ne rivesta” (p. 354). Perciò, appare evidente che scopo delle tre opere è quello di orientare ogni persona per la scelta dei comportamenti da intraprendere nel corso della vita, al solo fine di pervenire a un tipo di condotta “alchemica” che faccia arrivare l’uomo alla vera felicità, il cui “segreto” è “il volgersi dal mondo terreno a Dio” (p. 354).
Al-Ghazālī, all’interno della filosofia araba, è uno spirito che si caratterizza principalmente per la sua profonda religiosità; fa riscontro a quella tempra più autenticamente filosofica che fu in realtà Ibn-Sina, conosciuto dagli scolastici latini con il nome di Avicenna. Religioso è anche ogni singolo passaggio delle tre opere presenti nel libro Utet. Se è vero che anche quando parla dell’azione, al- Ghazālī presto ci comunica che essa “è intesa alla purificazione e la purificazione è la condizione del perfezionamento” (p. 132). La stessa cosa vale per la conoscenza : “Ciò che tentiamo di individuare è quella conoscenza il cui oggetto dura in eterno, non si estingue e non cambia, non si modifica in relazione alle epoche e ai popoli. Tale è [solo] la conoscenza di Dio e dei suoi attributi, degli angeli, dei Libri rivelati e dei profeti, del Regno celeste e terrestre, delle meraviglie dell’anima umana e del mondo animale, non in se, ma per quanto ogni cosa è vincolata alla potenza di Dio Possente e Sublime” (p. 140). Mentre, del pari, è utile sapere che l’alchimia (protagonista del terzo trattato) “non si trova negli scrigni della gente comune, bensì negli scrigni dei re. Perciò l’alchimia della felicità non si trova se non negli scrigni di Dio […] che corrispondono, nei cieli, alle sostanze degli angeli e, sulla terra, ai cuori dei santi e degli gnostici” (p. 354). La via tracciata da al-Ghazālī, dunque, è un cammino che porta direttamente a Dio con tre consegne: “Il Libro, il Ferro e la Bilancia” (p.337); e in base a ciò egli si pone come autentica guida spirituale del pellegrino che, comunque, lotta e soffre per guadagnare la verità.
“Chi non s’impegna ardentemente nello sforzo (iğtihād) non può pervenire alla conoscenza della vera realtà dello Spirito” (p. 358) dichiara dunque al-hazālī. Ma qual è la strada individuata dal filosofo per l’uomo che è sempre in cammino? Nella sua Introduzione, Massimo Campanini parlando a proposito della sola Bilancia dell’azione si esprime in questi termini: “Ciò che più colpisce nella Bilancia, anche rispetto ad altre opere gazaliane, è […] la preoccupazione di individuare in ogni caso una «giusta via», un equilibrio tra estremismi concettuali e pratici” (p. 55). Ciò vale, in al-Ghazālī, come conseguenza di un’osservanza certamente ortodossa delle parole del Profeta : “Che Dio non ama gli eccessi” (Corano, 2, 190).
Tutto questo, occorre infine evidenziarlo, in una visione delle cose nella quale al-Ghazālī vuole spronare verso il “godimento del cuore” (p. 367) e non verso quello dei sensi o dell’intelletto; dopo avere però preventivamente stabilito che “l’autentica realtà del cuore non è di questo mondo, nel quale esso si trova come uno straniero, ma del mondo del mistero (ālam al-ġayb)” (p. 356).
Indice
Introduzione
Nota biografica
Nota bibliografica
LA BILANCIA DELL’AZIONE
LA RETTA BILANCIA
L’ALCHIMIA DELLA FELICITÀ
Glossario arabo-italiano
Glossario italiano- arabo
Indice delle tavole
L'autore
Al-Ghazālī nasce a Tūs nel 1058 e vi muore nel 1111. Insegna diritto e teologia a Bagdad. Lì scrive opere di polemica contro la setta degli “assassini” ismailiti. Una profonda crisi interiore lo spinge poi verso il sufismo e la vita ascetica. Esercitò, col suo sufismo moderato, una grande influenza sull’evoluzione della successiva filosofia islamica. Scrisse fra l’altro I propositi dei filosofi, che venne tradotto in latino da Domenico Gundisalvi nel XII° secolo e consiste in una sintesi delle dottrine dell’aristotelismo arabo. Da intendersi come una premessa alla loro successiva confutazione; essa avvenne con l’opera L’incoerenza dei filosofi.
Links
Sito dedicato ad Al-Ghazālī (in inglese) - www.ghazali.org
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