lunedì 2 gennaio 2006

AA.VV., Fare cose con la filosofia. Pratiche filosofiche nella consulenza individuale e nella formazione.

Milano, Apogeo (coll. Pratiche filosofiche), 2005, pp. xix+260, € 13,00, ISBN 88-503-2429-4.

Recensione di Federico Zuolo – 02/01/2006

Etica (Filosofia pratica, filosofia applicata)

L’obiettivo di questo saggio è per certi versi ambizioso. Lo scopo degli autori è di proporre un approccio filosofico per tutto quell’insieme di attività di consulenza alla persona o all’azienda, che si stanno tanto sviluppando dal punto di vista tecnico, ma che non erano ancora state affrontate da un punto di vista pienamente filosofico. In altre parole, gli autori vorrebbero inserirsi tra il counseling filosofico alla persona e la consulenza (o il coaching) al personale aziendale. La natura anfibia di questo scopo rende particolarmente difficile e interessante il tentativo.

L’introduzione e il primo capitolo rendono conto del perché di questo tentativo. Gli autori rileggono la condizione attuale da un punto di vista della sociologia della modernità e del postmoderno. La nostra condizione si caratterizzerebbe per un aumento della specializzazione delle pratiche e del sapere e per una correlata incapacità di comprendere e gestire i rapporti tra i campi specialistici. La società nel complesso si può ben dire una società della conoscenza in cui vi è una diffusa capacità di concettualizzazione e di autoriflessione, ma nonostante questo si sente sempre più il bisogno di un sapere critico non specialistico, cioè che sia capace di indagare i presupposti che vengono accettati acriticamente e che sappia riformulare in una maniera aggiornata la domanda sul senso delle pratiche. L’autoriflessione critica, l’indagine sui presupposti e la necessità di gestire la complessità domandano un nuovo tipo di sapere. In sostanza, lo specialismo vorrebbe fare a meno del filosofo, ma ne ha sempre più bisogno.

Il passaggio fondamentale di questa proposta è ritrovare il senso pratico della filosofia. Non si tratta di una svolta pratica alla maniera della riabilitazione della filosofia pratica aristotelica. Piuttosto, gli autori, cercando di mostrare come la teoria sia di per sé pratica, criticano la posizione tradizionale della teoria (e da ultimo le posizioni di Bernard Williams in tal senso) secondo cui il solo scopo della teoria è di formulare proposizioni generali vere. Invece, la teoria può occuparsi dei casi concreti e della singolarità proprio perché è capace di riflettere criticamente gli assunti impliciti di ogni pratica. (Per esempio nell’ambito di un’organizzazione le questioni squisitamente filosofiche possono essere di questo tipo: «1. Che cosa l’organizzazione accetta e rifiuta come degno di essere conosciuto? 2. Che cosa si riconosce come razionale, ragionevole, logico o persuasivo al suo interno? 3. In che modo sono affrontate le opinioni eterodosse? 4. Come è ottenuta e utilizzata la conoscenza?», p. 63).

Quindi, innanzitutto, un approccio filosofico si configura come una sorta di “epistemologia delle pratiche professionali” che, attraverso orientamento, analisi, articolazione e comprensione, indaga i presupposti e il senso delle pratiche, anche partendo da casi specifici. Ma la possibilità di un approccio filosofico alle professioni non si esaurisce a un punto di vista epistemologico, anche se per gli autori questo è il campo di applicazione privilegiato. Infatti, la proposta degli autori intende riprendere e approfondire approcci contigui nella consulenza aziendale, quali la consulenza di processo e il coaching. Con questi due approcci gli autori condividono il superamento del modello dell’expertise, visto che quest’ultimo concepisce l’intervento di consulenza o aiuto come un travaso di contenuti dal consulente al cliente, secondo una pura concezione strumentale della razionalità e del rapporto. Invece, un approccio filosofico guarda al cliente come un agente che deve essere aiutato a trovare in se stesso la soluzione al proprio problema. Ma a differenza della consulenza di processo e del coaching l’approccio filosofico prende come oggetto problematico la pratica stessa e non vede i problemi come un semplice ostacolo da risolvere, ma come un’occasione per far interrogare il cliente sulla natura della pratica e sui presupposti del proprio agire.

In questo modo l’approccio filosofico alle pratiche concrete non vuole essere una nuova variante di massime di saggezza preconfezionate e predigerite che possono al massimo dare una patina di autenticità al discorso di manager o formatori. Al contrario, pur mantenendosi in un’ottica d’aiuto in funzione del miglioramento della performance all’interno dell’organizzazione, il consulente non propone i propri valori e principi ma il valore della riflessione stessa su principi e valori.

Concludendo  questo saggio ha uno scopo molto ambizioso: dare valore filosofico a pratiche finora guardate esclusivamente come tecniche e conferire un valore direttamente pratico al ragionamento filosofico. In conclusione, gli intenti degli autori sono stati rispettati solo in parte, a nostro avviso perché gli autori prediligono quasi esclusivamente il campo dell’epistemologia delle pratiche e non forniscono molti casi concreti di effettiva applicazione del loro approccio nel mondo organizzativo (anche se l’ultimo capitolo è un case history nel campo degli operatori sociali per disabili). Tuttavia, il saggio presenta numerosi spunti di sicuro interesse e il carattere non pienamente risolto dell’approccio non dipende tanto da difetti di articolazione, quanto dalla novità e dalla natura multidisciplinare della proposta.

Indice

Prefazione
Introduzione
Ringraziamenti
PARTE PRIMA. VERSO UNA EPISTEMOLOGIA DELLE PRATICHE
Capitolo 1. Verso un sapere della crisi: note sull’emergenza di nuove pratiche della conoscenza
Capitolo 2. Una epistemologia delle pratiche filosofiche
PARTE SECONDA. ESERCIZI DI FILOSOFIA DELLE PRATICHE PROFESSIONALI
Capitolo 3. La filosofia come ideologia della consulenza
Capitolo 4. Aspetti filosofici della consulenza di processo
Capitolo 5. Un approccio filosofico al coaching
Capitolo 6. Dal pensiero alla pratica. Riflessioni sull’epistemologia del counseling
PARTE TERZA. EPISTEMOLOGIA DELLA NARRAZIONE
Capitolo 7. Pensare e agire la narrazione
Capitolo 8. Il capro espiatorio nella pratica professionale degli operatori sociali

Gli autori

Gli autori sono tutti partner dello Studio Méta & Associati, che fornisce consulenza e formazione ad aziende, enti pubblici e personale nel mondo della formazione e della cura. Tutti provengono da studi filosofici e sono approdati nell’ambito della consulenza e formazione in modo diverso. Stefania Cortesini è diplomata in counseling filosofico, Stefano Tomelleri è ricercatore di sociologia presso l’università di Bergamo, Roberto Frega fa parte del comitato di redazione di Discipline filosofiche, Carla Ruffini dopo aver completato diversi corsi è da anni nel campo della formazione e della consulenza.

Links

Il sito di Studio Méta & associati per cui lavorano gli autori
Il sito della rivista online della filosofia applicata, coordinata da alcuni degli autori

Nessun commento: