Recensione di Luca Mori – 13/03/2007
Filosofia politica
Questo breve saggio di Giorgio Colli (1917-1979), risalente alla primavera del 1937, confluì nella tesi di laurea discussa dall’autore nel 1939. Come osserva il curatore, Enrico Colli, il Platone politico costituisce il «primo lavoro di un certo impegno» (p. 11) dello studioso destinato a diventare un grande storico della filosofia antica, nonché curatore con Mazzino Montinari dell’edizione filosofica delle opere di Friedrich Nietzsche.
L’autore, ventenne, si segnala per la chiarezza e l’efficacia dello stile e per il gusto della ricostruzione rigorosa. L’intenzione, dichiarata esplicitamente nelle prime pagine, è quella di seguire «l’intimo sviluppo» dei pensieri di Platone restituendo «l’unità e la coerenza dello spirito dell’autore» (p. 25). Richiamandosi al Platon di Wilamowitz (1919) e al Plato and his Predecessors di Barker (1918; 1925), inoltre, Colli ritiene importante leggere gli scritti politici di Platone alla luce delle condizioni politiche del suo tempo, delle esperienze politiche che visse e delle testimonianze sugli uomini che incontrò.
Coerentemente con questi assunti, l’autore dedica molto spazio alla biografia di Platone e, nel ricostruirla, tiene in gran conto la discussa Lettera VII, giudicata autentica (seguendo il Platon del Wilamowitz, che aveva inizialmente negato l’autenticità della lettera nel suo Aristoteles und Athens). Nell’economia del saggio, è importante lo spazio dedicato alla cronologia dei dialoghi; questione intricata, nella quale il giovane Colli si destreggia riferendosi ad alcuni tra i maggiori contributi disponibili al suo tempo, motivando la propria adesione all’una o all’altra tesi avanzando originali congetture sull’evoluzione del pensiero platonico. Da questo punto di vista, il libro appare datato: un esempio può essere la datazione del Gorgia al periodo precedente il primo viaggio in Sicilia.
Lo studio di Colli è interessante anche per quello che non vi compare. I primi decenni del ventesimo secolo, in Germania, sono segnati da letture di Platone alla luce di Hegel, con l’insistenza sul nesso tra eticità e Stato; non mancarono letture di tipo razziale e nazional-socialista; di rimando, in ambito anglosassone s’iniziava a discutere del Platone totalitario, militarista e antiliberale. Le priorità di Colli sono altre. Egli evita di proiettare le categorie del dibattito politico contemporaneo su Platone e ne segue il problema di fondo (ad un tempo metafisico, epistemologico e politico), cioè quel contrasto tra ideale e reale che divenne centrale dopo la condanna a morte di Socrate.
Sul distacco di Platone da Socrate, Colli scrive pagine ancora oggi interessanti: pensando lo scarto tra ideale e reale, Platone riconobbe un dualismo tra il lato conoscitivo e quello volontario-affettivo dell’anima, che lo indusse da un lato ad abbandonare l’intellettualismo socratico e, dall’altro, a studiare nuove modalità di ricomposizione dell’unità della psiche. È in questo scenario problematico che si comprendono le concezioni tripartite dello Stato e dell’anima, a proposito delle quali Colli richiama altresì la rielaborazione platonica degli spunti pitagorici e dell’esperienza egizia. A proposito del lato volontario-affettivo dell’anima, l’indagine di Colli sul testo platonico si fa minuziosa quando distingue l’éros del Fedro da quello del Simposio, più “politico”: entrambi ulteriormente distinti dalla philía pitagorica a cui Platone sembra richiamarsi nella Repubblica, definendo il rapporto tra filosofi e guardiani.
Sostenendo l’interpretazione filosofica con l’approccio storico-filologico, Colli segue lo svolgimento del pensiero di Platone evidenziandone i temi persistenti e i ripensamenti. Non schierandosi rispetto all’accusa di totalitarismo, anzi prescindendo da quel dibattito, il giovane Colli riusciva a restituire Platone al suo tempo e al suo problema: l’accessibilità di una conoscenza sottratta all’incertezza dell’opinione e la possibilità di educare legislatori e governanti capaci di usare quella conoscenza per il bene della comunità.
Indice
Nota del Curatore
I. Lo Stato ideale
I.I. Introduzione
I.II. La gioventù sino alla crisi mistica
I.III. Il sistema educativo e politico dei Pitagorici
I.IV. La Repubblica
II. La fase ulteriore della politica platonica
II.I. Le vicende in Sicilia e il Politico
II.II. Le Leggi
Appendice
Primo piano-sommario
Secondo piano-sommario
Note
Sigle e abbreviazioni
Fonti
L'autore
Giorgio Colli (1917-1979), noto per l’edizione critica delle opere di Nietzsche curata con Mazzino Montinari, fu storico della filosofia antica e coltivò ad un tempo la ricerca storico-filologica e l’impegno teoretico. Lo testimoniano gli appunti raccolti nel volume La ragione errabonda (1955-1977) e Filosofia dell’espressione (1969), editi da Adelphi. La stessa casa editrice ha pubblicato anche i tre volumi su La sapienza greca ed altri saggi importanti (Gorgia e Parmenide; Zenone di Elea; La natura ama nascondersi; La nascita della filosofia; Per una enciclopedia di autori classici; Scritti su Nietzsche; Dopo Nietzsche).
Links
Sito di Perseus Digital Library, per ricerche mirate sui classici greci e non solo (testi in greco o in inglese)
Il sito propone, nella sezione “Testi”, un archivio di classici della filosofia, tra cui la traduzione italiana delle opere di Platone (ma senza la numerazione Stephanus)
Raccolta di links utili sul pensiero politico di Platone e dei Sofisti
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