Recensione di Luca Mori – 25/07/2007
Filosofia antica
Il saggio, tradotto da Ilaria Ramelli per Vita e Pensiero, è la rielaborazione di un lavoro pubblicato per la prima volta nel 1973 col titolo Some Aspects of Epicurean Psychology. Pur trattandosi di un’edizione riveduta, con l’aggiunta di una Prefazione e di un capitolo introduttivo, l’autore riconosce che non si tratta di un nuovo libro: ne è risultato invece un lavoro con «un certo carattere ibrido o “di palinsesto”» (p. 6).
Nella Prefazione e nel capitolo introduttivo, Konstan riprende le tesi del 1973, inserendole nel dibattito sulla psicologia epicurea degli ultimi trent’anni. È un’operazione di revisione che continua nei capitoli successivi, integrati da note che rinviano alla letteratura critica recente (citerò in seguito alcuni dei titoli presi in considerazione da Konstan, nella sezione BIBLIOGRAFIA).
Confrontandosi pertanto con nuovi elementi, a favore o contro le sue argomentazioni del ’73, Konstan ripropone il suo originale percorso di ricerca, aggiornato e ancora scandito in tre passaggi principali: (a) la distinzione tra piacere e dolore da un lato, e gioia e timore dall’altro; (b) l’origine “sociale”, durante «lo sviluppo della civiltà», delle paure e dei desideri irrazionali; (c) infine, «uno sguardo molto selettivo a certe questioni relative alla fisica e all’epistemologia epicurea, per scoprire che cosa – se veramente c’è qualcosa – nella teoria fisica fornisca la base all’errore e alle passioni irrazionali» (p. 15).
Benché il tema delle “passioni” sia tra i più dibattuti negli studi sull’epicureismo, Konstan ritiene che non si sia tenuto abbastanza conto di una distinzione importante e delle sue implicazioni: le “passioni” (pathe) piacere e dolore sono al di fuori del dominio del razionale (e perciò “funzionano” automaticamente, indipendentemente dal logos, p. 33), mentre gioia e timore (phobos e chará), sono «attività cinetiche dell’anima razionale» (p. 38). Riconosciuta questa radicale distinzione di ambiti, diventa centrale la domanda sulle relazioni che intercorrono tra di essi (ad esempio tra dolore e timore).
A questo proposito, la comprensione del tema della morte è discriminante, e Konstan riesce ad interrogare i testi epicurei in modo molto articolato, dando rilievo in particolare a Lucrezio (si capisce quindi che il suo nome compaia nel titolo di questa edizione).
La morte, nell’impostazione epicurea, non è cosa che riguardi l’uomo come dolore; è però oggetto di un timore irrazionale. C’è dunque uno iato, ma Konstan va ben oltre questa immediata constatazione: avvicinandosi «al cuore della dottrina epicurea» (p. 63), l’autore individua un ulteriore passaggio, dal timore irrazionale (ma situato nel logos) della morte, al desiderio irrazionale con tutte le sue configurazioni (accumulazione di ricchezza, brama di onori, etc.).
Accade che i desideri irrazionali per cui gli uomini sono così indaffarati, siano provocati dal timore irrazionale della morte e circolarmente lo alimentino: l’indagine su questo punto della psicologia epicurea è uno degli aspetti più originali e importanti del libro. Nell’affrontare la conseguente domanda sull’origine dei “simulacri ingannevoli” che tormentano l’uomo e hanno origine nella dimensione del logos, un’altra mossa riuscita di Konstan è quella di passare dalla psicologia alla teoria sociale.
Che i fantasmi su cui vertono timori e desideri irrazionali abbiano origine nell’interazione sociale mediata dal linguaggio, nel quadro di una fisica come quella epicurea, suggerisce l’esigenza di un’analisi ulteriormente approfondita sul versante dell’epistemologia. Il disegno interpretativo di Konstan manifesta così un’apprezzabile coesione d’insieme, nonostante il carattere “ibrido” di questo testo rimaneggiato e nonostante, purtroppo, il capitolo sull’epistemologia sia quello più breve e meno sviluppato.
Indice
Prefazione all’edizione riveduta
Introduzione all’edizione originale
Ringraziamenti
Nota editoriale della traduttrice
Introduzione. Le “passioni” epicuree
Capitolo primo. Psicologia
Capitolo secondo. Teoria sociale
Capitolo terzo. Epistemologia
Bibliografia
Bibliografia
J. Brunschwig – M. Nussbaum, edd., Passion and Perceptions: Studies in Hellenistic Philosophy of Mind, Proceedings of the Fifth Symposium Hellenisticum 1993, pp. 3-17
Gordon Campbell, Lucretius on Creation and Evolution, Oxford U. P., Oxford 2003
Don Fowler, Lucretius on Atomic Motion: A Commentary on De Rerum Natura Book Two, Lines 1-332, Oxford U. P., Oxford 2002
Pierre-Marie Morel, Atome et nécessité: Démocrite, Épicure, Lucrèce, Presses Universitaires de France, Paris 2000
M. Nussbaum, The Therapy of Desire, Princeton U.P., Princeton 1994
Lorenz Rumpf, Naturerkenntnis und Naturerfahrung. Zur Reflexion epikureischer Teorie bei Lukrez, C.H. Beck, München 2003, Zetemata 116
Martin Ferguson Smith, Lucretius: On the Nature of Things, Hackett, Indianapolis 2001
James Warren, Epicurus and Democritean Ethics: An Archaeology of Ataraxia, Cambridge U.P., Cambridge 2002
James Warren, Facing Death: Epicurus and His Critics, Oxford U.P., Oxford 2004
L'autore
David Konstan è professore di Studi classici e Letteratura comparata alla Brown University di Rhode Island (USA). Ha studiato la filosofia epicurea fin dai tempi del dottorato, contribuendo alla ricerca con importanti pubblicazioni. Si occupa in particolare dello studio delle emozioni nel mondo classico e, recentemente, ha ampliato l’ambito di indagine anche al mondo cristiano. Ha scritto libri sull’amicizia nel mondo classico, sulla nozione di pietà nel pensiero pagano e cristiano e, più in generale, sul tema delle emozioni e dei concetti di valore dalla Grecia classica a Roma. Tra le pubblicazioni: Greek Comedy and Ideology, Oxford U. P., New York 1995; Friendship in the Classical World, Cambridge U. P., Cambridge 1997; Pity Transformed, Duckworth, London 2001; The Emotions of the Ancient Greeks: Studies in Aristotle and Classical Literature, University of Toronto Press, Toronto 2006.
Link
D. Konstan, Epicurus, in The Stanford Enciclopedia of Philosophy, disponibile su internet all’indirizzo http://plato.stanford.edu
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