Recensione di Claudio Faschilli – 22/08/2008
Pragmatica, Linguistica, Filosofia del linguaggio
La linguistica è la disciplina scientifica che studia il linguaggio naturale (umano) in generale: ossia la capacità, condivisa da tutti gli esseri umani, di sviluppare un sistema linguistico specifico – e le lingue particolari, che appunto non sono altro che i sistemi linguistici specifici delle varie comunità (come l’italiano, lo spagnolo, etc.).
All’interno della linguistica si articolano molte sotto-discipline nonché numerosi ambiti di ricerca, quali ad esempio la fonetica, la fonologia, la morfologia, la lessicologia, la sintassi, la semantica, la pragmatica, per citarne solo alcuni.
Ognuno di questi tende ad isolare alcune proprietà del linguaggio naturale per poterne condurre uno studio approfondito, focalizzando quindi l’attenzione su certi dati e trascurandone altri. Ad esempio, in sintassi si tenderà a studiare i fenomeni di combinazione delle parole nelle frasi, evitando di occuparsi del loro significato, compito invece della semantica.
Ora, il libro di Bazzanella ha lo specifico obiettivo di “presentare una prospettiva pragmatica della linguistica, relativa cioè all’uso della lingua nelle sue varie componenti” (p. IX).
Costantemente e sempre più immersi in un mondo fatto di comunicazione prevalentemente linguistica, non abbiamo quasi mai consapevolezza di quanto la lingua occupi un ruolo dominante nella nostra vita e, in particolare, di quanto sia centrale la sua applicazione, il suo esser posta in uso. Con questo libro invece l’Autrice intende procedere “controcorrente”, considerando “la lingua da un punto di vista oggettivo, superando in un certo senso la familiarità che con essa abbiamo [...]. Superare l’ovvio, quindi, per meglio comprenderlo” (p. X).
Il lettore viene così messo al corrente delle numerose teorie pragmatiche e dotato degli strumenti necessari per un’osservazione più consapevole e rigorosa di un fenomeno pervasivo qual è l’uso del nostro linguaggio.
Ma cerchiamo ora di articolare una presentazione schematica del testo.
Il libro è suddiviso in due parti principali, la prima delle quali è dedicata alle “varietà della lingua” – sezione più specificamente inerente ai temi di linguistica, mentre la seconda parte è incentrata prevalentemente sugli argomenti di pragmatica. Entrambe le sezioni sono composte da cinque capitoli.
La prima parte inizia con la presentazione di una serie di definizioni e di nozioni basilari per la comprensione di ciò che seguirà, con particolare attenzione al concetto di “lingua” (che l’Autrice tratta come riferentesi sia al linguaggio naturale in generale, sia ai sistemi linguistici specifici come l’italiano). Soffermandosi sulla prima di queste due accezioni, presenta quindi quelle che sono le proprietà che distinguono la lingua dagli altri tipi di linguaggio non naturale e le funzioni del linguaggio naturale. Dei sistemi linguistici specifici, ossia delle lingue storiche, illustra invece i vari criteri di classificazione.
Considerato poi che le lingue storiche non sono sistemi “uniformi ed omogenei”, ma variano al loro interno, dando origine a sottosistemi divergenti, come i dialetti, o, meglio, le diverse varietà regionali, viene quindi dedicato l’intero secondo capitolo alla trattazione sistematica e completa di tali variazioni.
Il breve ma ricco terzo capitolo comincia invece considerando la compresenza di aspetti discreti e continui nel linguaggio umano (come ad esempio la discretezza, ossia l’evidente separazione degli elementi, a livello fonologico, e la continuità nelle variazioni linguistiche, prive di confini netti, ma graduali), per poi passare ad occuparsi di come gli esseri umani categorizzino e classifichino gli oggetti del mondo in generi (banalmente, sono generi la classe delle tigri, degli animali, dei palmipedi, etc., alle quali facciamo riferimento ogni qual volta ci troviamo di fronte ad uno dei loro potenziali esemplari). A tale fine l’Autrice ricorda tre teorie: il modello tradizionale (secondo il quale un oggetto appartiene a una data categoria in base a condizioni necessarie e sufficienti), la classificazione wittgensteiniana (incentrata sulla nozione di gioco linguistico, sviluppata dall’autore dal quale prende il nome) e il modello a prototipi (secondo il quale invece non sono proprietà necessarie e sufficienti a fissare l’appartenenza o meno ad una classe, ma la vicinanza all’esemplare considerato il prototipo della classe stessa).
Il quarto capitolo della prima sezione, che, data la sua completezza, potrebbe da solo valere come un manualetto sintetico di linguistica generale, descrive poi i “livelli della lingua”. In questo sono, infatti, presentate distinzioni fondamentali, come quella saussuriana tra langue e parole, tra competenza ed esecuzione, e sono introdotti gli aspetti centrali della fonetica, della fonologia, della morfologia, della sintassi, del lessico, della semantica, della pragmatica e delle teorie del testo.
La prima parte si conclude infine (capitolo quinto) con la presentazione degli strumenti d’analisi della linguistica (la quale si rivela essere una disciplina descrittiva invece che normativa, come lo è la grammatica che si apprende nelle scuole): quali sono i dati ad essa pertinenti, come questi vanno raccolti e come vanno integrati ai fini della teoria.
La seconda parte del libro, come si è già accennato, è invece prettamente dedicata ai temi della pragmatica e ricorre spesso agli strumenti teorici introdotti precedentemente, nel presentare teorie e prospettive.
Il primo capitolo definisce la nozione di “pragmatica” e ne espone gli sfondi teorici che la influenzarono e la portarono a sviluppo (dalle teorie linguistiche dello strutturalismo, del funzionalismo e della grammatica generativa, a quelle filosofiche, psicologiche e sociologiche, sino ai più recenti sviluppi).
Il secondo capitolo presenta invece una nozione fondamentale per la pragmatica, ossia quella di contesto, sfruttando la quale introduce poi una lunga disamina della deissi, fenomeno centrale e pervasivo nel linguaggio umano (con “deittici” si intendono quegli elementi del linguaggio che presentano un legame evidente con il contesto; ad esempio, la parola ‘io’ si riferisce sempre al parlante nel contesto, oppure ‘ora’ individua il tempo nel contesto in cui si parla, etc.).
Nel terzo e nel quarto capitolo invece l’Autrice espone una breve “storia della pragmatica”, considerando prima la teoria degli atti linguistici di Austin, soffermandosi sulla nozione centrale di enunciato performativo (un enunciato proferendo il quale si compie un’azione extra-linguistica, come avviene quando si promette, quando si battezza, etc.) e la tripartizione in atti locutori, illocutori e perlocutori (che corrispondono rispettivamente all’atto di dire qualcosa, o di pronunciare una certa frase; al modo in cui la frase enunciata va interpretata; e a ciò che si ottiene con il proferimento della frase stessa).
Detto ciò, passa a considerare la classificazione degli atti illocutori, come è stata presentata da Austin e la discute poi alla luce della classificazione proposta da Searle.
Infine passa ad esporre la teoria di Grice, incentrata sulle intenzioni dei parlanti e sulla nozione di razionalità, esponendo il suo principio di cooperazione, le quattro massime conversazionali nelle quali si articola e la nozione fondamentale di implicatura conversazionale, sino a giungere alla più recente e promettente teoria della pertinenza.
Il quinto capitolo infine chiude la seconda parte e il libro stesso, presentando alcune prospettive recenti di analisi dell’interazione verbale, come l’analisi del discorso, l’analisi della conversazione e la ricerca sul dialogo.
In conclusione, come si può intuire da questa breve e senza dubbio riduttiva presentazione, il libro di Bazzanella è per molti motivi un ottimo libro, più che un semplice manuale introduttivo: innanzitutto per la ricchezza dei temi trattati e per l’attenta esposizione con cui questi sono affrontati; in secondo luogo per la capacità che ha l’Autrice di selezionare, combinare e armonizzare i numerosi argomenti relativi alla ricerca pragmatica; infine, aspetto non secondario in questo genere di letteratura, per l’ampia bibliografia, la cui mole raggiunge quasi e talvolta supera le dimensioni degli altri capitoli.
Indice
Avvertenza alla nuova edizione
Premessa
PARTE PRIMA
1. Lingua, lingue e linguaggi
2. Le dimensioni di variazione
3. Discreto e continuo
4. I livelli della lingua
5. Gli strumenti d’analisi
PARTE SECONDA
1. Nascita e sviluppo della pragmatica
2. Contesto e deissi
3. La teoria degli atti linguistici
4. Grice e gli sviluppi successivi
5. Quando dire è interagire
Riferimenti bibliografici
Indice analitico
L'autrice
Carla Bazzanella insegna Linguistica e Linguistica cognitiva presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Si occupa di linguistica, pragmatica e filosofia del linguaggio. È autrice di numerosi articoli pubblicati in Italia e all’estero e di pubblicazioni come Le facce del parlare. Un approccio pragmatico all’italiano parlato (Firenze, 1994), Sul dialogo. Contesti e forme di interazione verbale (a cura di, Milano, 2002).
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