Recensione di Gianmaria Merenda – 02/08/2009
Filosofia teoretica, Estetica
Franco Rella in questo suo saggio affronta “le conseguenze sorte dopo il tempo del nichilismo” (p. 7). Egli vuole riconsegnare all’uomo e al suo tempo un senso. Senso che il nichilismo aveva sfibrato e che le filosofie successive ad esso hanno tentato di far ‘vivere’ come una nuova possibilità di libertà per l’uomo, una chance.
Un punto d’inizio importante nelle filosofie del nichilismo è il fraintendimento della filosofia di Nietzsche. Il filosofo tedesco è stato uno dei più forti oppositori al nichilismo. Ma, dice Rella, a partire dagli anni Sessanta i filosofi Blanchot, Foucault e Deleuze hanno diffuso una versione della sua filosofia che manca della sua più originale peculiarità: il senso del tragico. “Nietzsche ha cercato il contraccolpo al nichilismo riportandosi ai Greci” (p. 200). Un importante fattore che ha influito sulle filosofie nichiliste è la convinzione che una volta morto il ‘produttore’ di senso per eccellenza, Dio, come annunciato da Nietzsche, all’uomo non rimanga niente, nemmeno la storia. Rella non è d’accordo con questo postulato della modernità. Secondo lui l’uomo è ancora nella storia, forse in una storia più difficile da vivere e da raccontare ma ancora una storia. L’uomo ha una possibilità di vivere al di là del nichilismo. Il ‘racconto’ di Rella in questo suo ricercare il senso dell’uomo è affascinante. È un racconto perchè Rella racconta la storia della disfatta del senso, ma ad essa affianca la possibilità di una ulteriore versione dei fatti. Delicatamente e senza strappi Rella indica in modo puntuale e preciso i luoghi teoretici in cui il senso ha perso vigore. Abbiamo detto che il fraintendimento della filosofia di Nietzsche è il punto da cui partire. Da quella filosofia si passa, successivamente, per la interpretazione kojèviana della filosofia di Hegel e alla sua ‘fine della storia’. I corsi di Kojève su Hegel, frequentati dagli intellettuali che hanno fatto la filosofia e la cultura del Novecento, sono l’ulteriore snodo del nichilismo: “i corsi di Kojève si concludono con la constatazione, più che con la profezia, della fine della storia. Siamo alla fine degli anniTrenta: siamo all’avvio della seconda guerra mondiale, della «soluzione finale» del problema dell’ebraismo messa in atto nelle fabbriche di morte naziste, a cui seguiranno la guerra fredda, la guerra in corea, l’Algeria, la crisi di Suez, la decolonizzazione. […] E poi gli anni Ottanta… E poi ancora il 1989: la caduta del muro di Berlino. […] È finita la storia, o invece la capacità di leggere e di trovare una trama e un senso negli eventi?” (pp. 49-50). Rella con i densi capitoli sulla filosofia ‘nichilista’, post-kojèviana, di Foucault, anche se sul finire della sua ricerca Rella gli riconosce un tentativo di mutare direzione (p. 123), di Deleuze e del ‘suo’ Nietzsche (p. 133), chiarisce le «conseguenze» teoretiche del nichilismo.
È con Bataille, con il lungo capitolo a lui dedicato, che Rella arriva alla svolta filosofica che può reggere l’impatto con il nichilismo: “perché, potremmo chiederci ancora, Bataille non compare in alcun manuale di storia della filosofia e viene ancora oggi confinato nel ruolo di uno strano narratore e di curioso studioso di storia della cultura e dell’economia?” (p. 157). Nietzsche era un filologo prestato con successo alla filosofia, Bataille è uno scrittore che affronta ‘filosoficamente’ il nostro tempo, un pensatore che pensa l’impensabile. Un Bataille, ci dice Rella, che sa interpretare Hegel e sa andare oltre l’hegelismo: “Bataille, attraverso il negativo della «negatività senza impegno» quale si svilupperà nel suo percorso filosofico, tenta dunque di trovare vie d’uscita all’epoca del nichilismo, che possono apparire talvolta contraddittorie, talvolta paradossali. Si tratta comunque di un grande tentativo, dopo Nietzsche, di creare un «contraccolpo» alla condizione «tragica» del nichilismo europeo” (p. 196).
Rella conclude il suo saggio con delle esortazioni: stare vigili, ritrovare una «passione» del presente, avere la responsabilità di trovare nelle parole il senso della storia da raccontare. Una storia che non è finita ma che attende colui che la saprà raccontare.
“Il cammino è lungo, ma, come ha detto Beckett, bisogna continuare, e io continuerò” (p. 233).
Indice
Avvertenza
Legenda
Premessa
1. Lo smarrirsi della parola
L’inumano. Lemma I
2. La fine della storia
La storia e le storie. Lemma II
3. Produrre e vivere l’assenza
Moderno-postmoderno. Lemma III
4. L’ossessione della verità
La fine dell’autore. Lemma IV
5. L’assoluto desiderio. Estasi dell’immanenza
Mania-follia. Lemma V
6. Una metafisica senza fondamento
Nichilismo idealismo. Lemma VI
7. La profondità dell’apparire. Arte e verità
Una vita. Gioia e dolore. Lemma VII
8. Una verità possibile
Bibliografia
Indice dei nomi
L'autore
Franco Rella è docente di Estetica per la Laurea specialistica (Corso di Laurea in progettazione e produzione delle arti visive) e docente di Filosofia dell'Arte per il corso triennale (Corso di Laurea in Arti visive e dello spettacolo) presso la Facoltà di Design e arti, IUAV-Venezia. Ha curato l’edizione italiana di testi di Baudelaire, Flaubert, Bataille, Hölderlin e Rilke. Tra i suoi scritti si segnalano: Il mito dell’altro, L’enigma della bellezza, Miti e figure del moderno, Scritture estreme. Proust e Kafka, Micrologie, Nietzsche, arte e verità.
Links
www.francorella.it sito web dell’autore;
www.filosofia.it/pagine/pdf/07_08_Rella_Bataillefilosofo.pdf a questo indirizzo si trova un’intervista a Franco Rella su Bataille filosofo.
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