venerdì 15 ottobre 2010

Nicolao Merker, Karl Marx. Vita e opere

Laterza, Roma-Bari, 2010, pp. 261, € 18,00, ISBN 978-88-420-9377-0

Recensione di Gianmaria Merenda - 15/10/2010

Storia della filosofia

“Il pensiero di Marx sta nei suoi scritti” (p. 3). Con questa frase laconica Nicolao Merker inizia il suo scritto su vita e opere di Karl Marx. La precisazione non è da poco poiché chiarisce immediatamente e senza ombra di dubbio lo stile della ricerca di Merker. Al di là degli aneddoti presenti nella vita di Marx, numerosi e di vario tipo, l’autore concentra la sua analisi sul periodo storico, sugli scritti che nell’arco della sua vita Marx ha prodotto e sul riverbero che quella produzione scientifica ha prodotto nelle generazioni a lui future. Centrare la ricerca sugli scritti di Marx pone immediatamente un quesito a dir poco scabroso: c’è correlazione tra il marxismo e Marx? Merker per indicare il pensiero di Marx utilizza il termine ‘marxiano’ e relega nel ‘marxismo’ tutte le interpretazioni, corrette o opportunistiche che siano - l’autore lo indica puntualmente nel corso del saggio - che i vari esegeti hanno dato degli scritti e delle opinioni di Karl Marx. Un esempio su tutti può essere la tanto sbandierata frase sulla religione, “essa è l’oppio dei popoli”: Merker scrive che è “celebre perché, tolta dal contesto, ne sono venute infinite accuse contro l’antireligiosità di Marx” (p. 47). Marx mutua l’endiadi oppio-religione da una prosa di Heinrich Heine e la utilizza per rafforzare l’idea che la religione, come potrebbe essere l’oppio, è un lenitivo per le sofferenze del popolo. Il suo è quindi un utilizzo positivo e non una moderna negatività  che paragona la religione alla droga che annebbia il pensiero.
In tutto il saggio Merker ripercorre le tappe fondamentali della vita e della filosofia di Marx non dimenticando mai di ricordare ai suoi lettori che le teorie sulla storia e sull’economia nascevano in un determinato contesto storico-geografico, l’Ottocento nell’Europa occidentale, e avevano come soggetto principale il proletariato della rivoluzione industriale inglese. Queste indicazioni non sono di poco conto perché le interpretazioni marxiste delle teorie marxiane hanno imposto la politica e la filosofia economica di Marx a contesti affatto differenti da quelli studiati dal filosofo di Treviri, con conseguenze che nemmeno lo stesso Marx avrebbe potuto immaginare e avallare: “In favore dell’assunzione di Marx a padre di una dottrina infallibile hanno giocato tra concause: l’esser stato ispiratore della Prima Internazionale, poi nume postumo di gran parte della Seconda Internazionale, infine l’esser stato dichiarato fonte infallibile da parte dei paesi del così detto “socialismo reale” […]” (p. 201). Dall’Unione Sovietica alla Repubblica popolare cinese, dalla Corea del nord a Cuba sono stati numerosi i pretesti per fondare delle dittature del popolo in nome del marxismo. È certo che Marx non avrebbe approvato l’utilizzo del suo nome e delle sue ricerche per fini che non rientravano nella sua idea di progresso del proletariato: “Nel 1882 disse di odiare l’appellativo marxista” (p. 7), forse Marx aveva messo in preventivo il possibile abuso delle sue idee.
Un punto cruciale messo ben in evidenza da Merker è quello del problema dei diritti sociali del singolo individuo all’interno di una società proletaria, preoccupazione che non pare esistere nelle società così dette marxiste. Secondo il pensiero marxiano, superato il sistema capitalistico borghese non ci sarebbe più stato bisogno dello Stato: “Scomparse le classi, neanche lo Stato esisterà più. Dovrà tuttavia esserci un insieme di regole da rispettare e far rispettare, tra cui, certo, i diritti sociali” (p. 199). Ma chi avrà il compito di far rispettare le regole? Come distinguere una differenza tra chi effettivamente ‘lavora’ e chi, in un certo senso, ‘governa’ chi lavora? La massa del proletariato, una volta raggiunta la libertà dall’oppressore capitalista, sarà in grado di gestire il nuovo corso economico-politico? Sono queste le interessanti domande che Merker pone nel finale del suo saggio. La sfida non è da poco, le perturbazioni che il pensiero di Marx ha incontrato nella storia, le applicazioni per fini autoritari e totalitari, non hanno permesso che tutta la potenza del pensiero marxiano si esplicasse del tutto.Le teorie economiche e storiche, il pluslavoro e il plusvalore sono tuttora strumenti validi e si possono applicare anche alle crisi economiche contemporanee perché sono lucide analisi fatte in modo da capire le meccaniche che hanno portato la società dell’Ottocento ad essere quella che era. Solo la dottrina della rivoluzione aveva ormai già fatto il suo tempo anche per i redattori del Manifesto:“La teoria marxiana della storia e le analisi socio-economiche mantengono nuclei funzionali. La dottrina della rivoluzione del Manifesto e in scritti ad esso collegati resta invece legata a condizioni storiche particolarissime. Dell’esaurimento di essa si era reso conto già Engels a fine Ottocento” (p. 198).
Il Marx che esce dalla lettura del saggio di Merker non è certamente ammantato da quell’aura di mito che il solo nome evoca: Merker riporta vita e opere del filosofo ad una dimensione fruibile scientificamente, per questo motivo sono molto utili e preziose le note bibliografiche messe in chiusura ad ogni capitolo in quanto permettono di avere immediatamente i riferimenti ad opere di Marx, o alla letteratura secondaria, che sono state trattate nel capitolo di riferimento. Il capitalismo che Marx aveva così ben studiato non è tramontato come egli si aspettava. Gli strumenti che egli ha prodotto sono ancora validi per superare l’antinomia tra produzione sociale-collettiva del plusvalore  e utilizzazione privata da parte del capitalista (cfr. p. 194). Non comprendere che solo delle interpretazioni marxiste hanno fallito nell’applicazione pratica delle idee di Marx non rende giustizia a un filosofo che credeva nel superamento del sistema capitalistico ma a patto di garantire uno sviluppo delle forze produttive: “È, questo, «un presupposto pratico assolutamente necessario anche perché senza di esso si generalizzerebbe soltanto la miseria, e quindi col bisogno ricomincerebbe anche il conflitto per il necessario, e tornerebbe per forza tutta la vecchia merda» [Marx/Engels 1846/1972: 34]” (p. 160).

Indice

Per orientarsi
Perché questa biografia?
«Marx, questo sconosciuto»
I documenti e le biografie
Nota bibliografica

Con i Titani contro la Restaurazione
Una famiglia di borghesi ebrei, illuminati e liberali
Gli studi di un giovane liberaleggiante
La filosofia dei Titani
Nota bibliografica

Gli anni del liberalismo radicale
Dall’università al giornalismo politico
Le battaglie per il liberalismo
La resa dei conti con Hegel
Nota bibliografica

L’incontro con il socialismo e con l’economia politica
Pubblicista a Parigi
Economia e socialismo, le nuove esperienze parigine
Filosofia ed economia politica
Nota bibliografica

Profugo a Bruxelles: economia, movimento operaio, teoria della storia
A Bruxelles
«La sacra famiglia», un addio ai giovani-hegeliani
«L’ideologia tedesca» e la teoria della storia
Le «Tesi su Feuerbach» e un libro contro Proudhon
Nota bibliografica

Dal 1848 all’esilio in Inghilterra
«Uno spettro si aggira per l’Europa»
Il 1848
L’esilio londinese: i primi anni
Lo studioso, il giornalista, il politico
Nota bibliografica

La cassaforte e il grimaldello
L’Inghilterra della rivoluzione industriale
La cassaforte del capitalista
«Il capitale» di Marx
Nel 1859 un intermezzo di teoria della storia
L’analisi del modo di produzione capitalistico
Nota bibliografica

Chi ha il grimaldello?
Il secondo decennio dell’esilio londinese
Una teoria per il proletariato
Marx nella Prima Internazionale
Nota bibliografica

Impadronirsi della politica
Marx sul potere politico fino al 1870
La stagione della Comune di Parigi
Il movimento socialista tedesco e il problema dello Stato
Nota bibliografica

Tra presente e futuro
Il metodo di Marx
Gli sviluppi del «Capitale»
Gli abitanti della città futura
Il governo della città futura
L’ultimo decennio di vita
Nota bibliografica

L’eredità controversa
«I giri viziosi ora aumenteranno»
La teoria della storia
L’economia politica
Le “vie del socialismo”
Nota bibliografica

È possibile un bilancio?
Storicismo materialista
Lavoro salariato
Prassi politica
Nota bibliografica

Gli orologi della storia
Tempo storico e lenti di ingrandimento
Quando il passato non passa, perché non passa?
Ma il futuro, che cosa ingloba?
Un europeismo di fattezze particolari
Nota bibliografica

Sigle di riviste e organizzazioni

Bibliografia

Indice dei nomi

L'autore

Nicolao Merker è professore emerito della Facoltà di filosofia dell’Università di Roma La Sapienza. È autore di numerosi saggi, tra l’altro, di Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione(Roma 2001), Atlante storico della filosofia(Roma 2004), Europa oltre i mari. Il mito della missione della civiltà(Roma 2006), Alle origini dell’ideologia tedesca. Rivoluzione e utopia nel giacobismo (Roma-Bari 1977), Il socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti (1996).

Link

http://cc.fondazionesancarlo.it/fsc/Viewer?cmd=attivitadettaglio&id=1607
(pagina dedicata a Nicolao Merker presso la Fondazione Collegio San Carlo di Modena)

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