mercoledì 16 febbraio 2011

Ciliberto, Michele, La democrazia dispotica,

Ciliberto, Michele, La democrazia dispotica,
Roma-Bari, Laterza, 2011, pp. 193, €. 18,00, ISBN 978-88-420-9464-7.

Recensione di Francesca Rigotti  - 16-02-2011

berlusconismo, democrazia, dispotismo, legami, conflitto, lessico politico, diseguaglianza

Il berlusconismo è un «frutto maligno della nostra democrazia, qualcosa che è nato e si è sviluppato dentro la crisi del nostro sistema democratico, e che di esso si è alimentato e continua ad alimentarsi. Nella sostanza il berlusconismo è una forma patologica della democrazia dei 'moderni'» (p. VIII). La tesi di Ciliberto non potrebbe essere più chiara. Il berlusconismo è una patologia del sistema democratico dotato della peculiare caratteristica di ricevere consenso e voti, a differenza dei dispotismi «orientali» di ieri e di oggi nei quali coloro che appoggiano i regimi dei vari faraoni sono una stretta, benché potente e agguerrita, minoranza di religiosi e di laici da loro favoriti.
La ricerca condotta per dimostrare l'assunto, e di natura politico filosofica, procede in tre tempi, che corrispondono alle partes tres in cui è suddiviso il volume:

analisi di alcuni classici del Novecento che hanno insistito sulle patologie della democrazia: Alexis de Tocqueville, Karl Marx, Thomas Mann, Benedetto Croce, Max Weber, Antonio Gramsci;
esposizione delle tendenze dispotiche e plebiscitarie della democrazia italiana, con interessanti e originali excursus sul ruolo della chiesa e sull'istituto delle «primarie»;
ipotesi (o modesta proposta) per rimettere in sesto, fornire cioè di bussola e sestante, la nostra democrazia alla deriva.

Piuttosto che riprendere e commentare la tripartizione, cosa che ognun può fare leggendo questo studio fine, colto e intelligente, preferisco enucleare tre piani che l'Autore distribuisce nel testo e che mi paiono estremamente importanti se si vuol cercare non soltanto di comprendere il mondo della democrazia dispotica ma magari anche di cambiarlo. Sono i piani, anch'essi tre, del linguaggio, dei legami e del conflitto.

Il linguaggio berlusconiano si esprime, nelle parole e anche nelle smorfie e nei sorrisi del despota, su due registri: quello della violenza e quello dell'amore, I suoi lemmi (e anche la sua mimica facciale, aggiungo) «esprimono sentimenti di pura violenza e insieme una rugiadosa retorica dell'amore» (p. 133); da una parte distruggono l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, dall'altra presentano un potere buono, mite e generoso. Occorre dunque riconoscere questi aspetti, denunciarli e sostituirli con un lessico corretto e con un linguaggio pacato.

I legami politici, che ho messo al secondo punto, costituiscono il cuore di tutta l'argomentazione di Ciliberto. Egli insiste sull’asserzione che soltanto la politica può legare i cittadini animando la libertà e promuovendo giustizia e eguaglianza. Il tema dei legami è il perno e il momento centrale in cui confluiscono le lezioni dei classici e su cui converge tutta l’appassionata vis civile dell'autore. La dissoluzione dei legami civili e politici, la solitudine e la privatizzazione di massa, l'immaterialità delle rappresentazioni televisive, la confusione tra finzione e realtà sollecitati e promossi dal nuovo dispotismo determinano il declino della politica e la degenerazione della democrazia. Contro il nuovo dispotismo – ripete Michele Ciliberto e come dargli torto? – è importante promuovere «vincoli e contrafforti» da opporre agli attacchi dispotici. Qui un'osservazione. Mi chiedo quanto i caratteri di allentamento dei vincoli politici, di solitudine e privatizzazione del cittadino, di smaterializzazione del reale, di perdita di senso delle cose materiali a favore di relazioni mediate dai media siano un prodotto del dispotismo, e non piuttosto, come credo, una condizione di fondo della nostra realtà, di cui certo, in ogni caso, il piccolo Cesare e le sue coorti approfittano nel quotidiano esercizio del potere. Non è facile, commento, pensare di costruire vincoli e legami, di mettere pegni e fissare impegni - che sono fattori, come dire, solidi, duri, compatti come il ghiaccio - in e sopra una società che, al di là degli estremi di certo sociologismo, aspetti lisci e liquidi di sicuro li ha. È sul difficile problema del come costruire vincoli, legami e contrafforti su un terreno fluido, ondeggiante e virtuale che bisogna a mio avviso affinare e concentrare tutte le risorse della nostra intelligenza e creatività. È lì che occorre impegnarsi, da cittadini e da intellettuali, i quali ultimi sono intellettuali e cittadini e non - scriveva Croce in un bellissimo passo citato da Ciliberto - «astratti spiriti contemplanti e militanti, ma uomini» (e donne, lasciatemi aggiungere).
Infine, il conflitto, di cui si sottolinea il ruolo fondamentale perché il conflitto è essenziale alle società liberaldemocratiche, è fonte di libertà e non va, ripete l'Autore, placato e sopito bensì alimentato, in maniera civile e non con le urla che ben conosciamo e che ci stringono il cuore e ci fanno spegnere la TV maledicendo gli urlatori come pure i presentatori che non li mettono a tacere.

Indice

Prologo
Nota dell'autore
Parte prima
Metamorfosi della democrazia
Tocqueville e la «scienza» dei legami
Marx: critica della politica e democrazia
Democratizzazione e potere «carismatico»

Entr'acte

Parte seconda
Patologie della democrazia
Vecchio e nuovo dispotismo
Democrazia diretta e tendenze 'plebiscitarie`

Parte terza
Rimettere il tempo in sesto
«Una modesta proposta»


Indice dei nomi

L'autore

Michele Ciliberto insegna Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa ed è presidente dell'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Tra le sue pubblicazioni più recenti Figure in chiaroscuro. Filosofia e storiografia del Novecento (Roma 2001); Giordano Bruno. Il teatro della vita (Milano 2007); Pensare per contrari. Disincanto e utopia nel Rinascimento (Roma 2007). Dirige la nuova edizione delle opere di Giordano Bruno e, con Cesare Vasoli, la rivista “Rinascimento”. Fa parte del Consiglio Scientifico dell'Enciclopedia Italiana ed è socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Per i tipi di Laterza è, tra l'altro, curatore di Biblioteca laica. Il pensiero libero dell'Italia moderna (20092) e autore di Giordano Bruno (2010) e Introduzione a Bruno (20108). 

Links

http://www.sns.it/it/lettere/menunews/docenti/ciliberto/

4 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Scopo essenziale di pubblicazione recensita non è stato recensito anch'esso.

Autore prendeva in esame di caso importante di politica italiana del Dopo - Guerra-Fredda non evento ma evenienza, un anti-ideologismo che non solo in schieramenti di "destra" anche e più di "sinistra" ed ultimamente più ancora di nuovo "centro" ha avuto grave diffusione, da impolitica ad antipolitica, da reazione degenerativa a messaggi di capo politico ad imitazione degenerante di ordetta reazione, da stesse simpatie a capo ad analoghe antipatie, da fraintendimenti ad invidie, per formale concordia o formale discordia cui niente di realmente corrispondente.
Autore faceva notare che fatti non sono solo particolari ed invece di questo recensore ne trattava solo a metà, non intendendo che non imprevista da stesso capo di partito (S. Berlusconi) la reazione non adeguata ed anzi pre - posta tra i fattori da restare solo potenziali di suo movimento o appunto da lasciare fuori di questo se possibili.
Reazioni recarono in termine per descriverne nome stesso, ma movimento originario ed ancora presente in politica italiana piuttosto anti-ideologico ma non ideologista né anti-ideologista e quindi non fatto per inventive reazioni; difatti caratteristica ideologica quasi assente di tal movimento non offre relazioni mediate e ridotte a stessi messaggi, non propone forte idea o ideale cui rapportare una distinzione-non-differenziazione.

Autore recensito costruiva ragione con logica di individuazione - integrazione, cioè inversa a logica di recensione. Logica di autore mostra per necessità da caso concreto particolare di caso concreto generale, di uso dispotico di poteri democratici non riferibile a movimento stesso di S. Berlusconi che recensore evidentemente non conosceva in eventi politici oggettivi né trattandosi da parte di autore di valutare soggettività essendone lo scopo quello di descrivere fenomeni di non autenticità democratica in stessa fenomenicità democratica – a prescindere da quanto di altro aggiunto o assieme od insieme o incombente o non incombente potendone o non potendone essere, in ipotesi o non solo ipotesi.

...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Realtà attuale ancora accade secondo quanto da autore individuato, solo che movimento di Berlusconi ha maggiori distanze odiernamente da movimentismo non autentico dicibile "berlusconismo" e condizioni e rischi generali descritti da autore (recensito) non sono più legate a particolarità di tal movimento né a particolarismo -separato- di ordetto movimentismo, piuttosto ad imitativa di direttività democratica, inganno purtroppo insinuato anche in stesse ufficialità partitiche, omologhe o analoghe, e senza risparmiare spazi di governo da atti a vuoto o da azioni soggettivamente finalizzate e soggettivamente strumentalizzate purtroppo oltre vera Statalità ed a costituire veri e propri teatri antisociali-pseudopolitici-antilibertari

(si consideri odierna emergenza di Protezione Civile costituita da reazioni incompetenti o non confacenti ad influenza cinese e relativi virus: concause e secondarie di morte presentate per primarie; rilevanze dette e ridette ma troppo taciute irrilevanze di segno di presenza del virus, non esso stesso a costituire concausa mortale ma facendo da segnale per indicare ambienti deboli ed altro, ma rappresentanti politici e funzionari di Stato assieme ad agenti di Stato e cittadini (ovviamente, non ho detto tutti e tutto dei citati ruoli...) in gran numero ed in circostanze o situazioni determinante hanno assecondato influenza epidemica fino ad epidemia influenzale e sino a corrispettive pandemie e scordato o ignorato o non voluto sapere di sempre minor forza di pandemia rispetto a epidemia... e alcune e non di tutti controreazioni e poi reazioni stesse continuatene hanno dato avvio ad accadere psicologico-sociale eguale a psicologico-finanziario e poi reso il primo anche finanziario: non fattori emotivi utili a sicurezze di investimenti, ma fattori emotivi e sentimentali -emozioni avverse a destini di luoghi e sentimenti ostili a meteo e climi- contrari a vita europea perché da ignorare – fino ad assurdità – necessità di economia terziaria continuata e pure lesivamente contro gli altrui altri passati o od oppure presenti e futuri, materiali e non solo materiali (esempio di ciò in ultimo: sale da cinema chiuse, ma, (per esempio) cinema a volte utile anche per presagire nuovi, altri o peggiori disastri); e ignoranze continue e disonestà di rispetti spontanei, anche di quelli che nessun medico intende in vece altrui — rispetti di cui è tutela Normativa Penale... ma per strada soggetti più violenti di prima in situazioni più difficili di prima a causa di chiusure che in realtà favoriscono incontri indesiderati... Insomma una azione "di massa" insinuata in Stato di cui usa disposizioni e comunicazioni dando sensi non veritieri e celando il torto, che solo poi supponibile, in reciprocità non di causa-effetto ma di volere-volere, attuati a vantaggio di Antistato e di contrarietà a Nazione e Nazioni (eventualità estranea o del tutto estranea a destino di molti (me compreso) ma che moltitudini ad essa non estranee hanno voluto e vogliono, vorrebbero, in destini altrui appunto estranei) .


MAURO PASTORE

Anonimo ha detto...

Realtà attuale ancora accade secondo quanto da autore individuato, solo che movimento di Berlusconi ha maggiori distanze odiernamente da movimentismo non autentico dicibile "berlusconismo" e condizioni e rischi generali descritti da autore (recensito) non sono più legate a particolarità di tal movimento né a particolarismo -separato- di ordetto movimentismo, piuttosto ad imitativa di direttività democratica, inganno purtroppo insinuato anche in stesse ufficialità partitiche, omologhe o analoghe, e senza risparmiare spazi di governo da atti a vuoto o da azioni soggettivamente finalizzate e soggettivamente strumentalizzate purtroppo oltre vera Statalità ed a costituire veri e propri teatri antisociali-pseudopolitici-antilibertari

(si consideri odierna emergenza di Protezione Civile costituita da reazioni incompetenti o non confacenti ad influenza cinese e relativi virus: concause e secondarie di morte presentate per primarie; rilevanze dette e ridette ma troppo taciute irrilevanze di segno di presenza del virus, non esso stesso a costituire concausa mortale ma facendo da segnale per indicare ambienti deboli ed altro, ma rappresentanti politici e funzionari di Stato assieme ad agenti di Stato e cittadini (ovviamente, non ho detto tutti e tutto dei citati ruoli...) in gran numero ed in circostanze o situazioni determinante hanno assecondato influenza epidemica fino ad epidemia influenzale e sino a corrispettive pandemie e scordato o ignorato o non voluto sapere di sempre minor forza di pandemia rispetto a epidemia... e alcune e non di tutti controreazioni e poi reazioni stesse continuatene hanno dato avvio ad accadere psicologico-sociale eguale a psicologico-finanziario e poi reso il primo anche finanziario: non fattori emotivi utili a sicurezze di investimenti, ma fattori emotivi e sentimentali -emozioni avverse a destini di luoghi e sentimenti ostili a meteo e climi- contrari a vita europea perché da ignorare – fino ad assurdità – necessità di economia terziaria continuata e pure lesivamente contro gli altrui altri passati o od oppure presenti e futuri, materiali e non solo materiali (esempio di ciò in ultimo: sale da cinema chiuse, ma, (per esempio) cinema a volte utile anche per presagire nuovi, altri o peggiori disastri); e ignoranze continue e disonestà di rispetti spontanei, anche di quelli che nessun medico intende in vece altrui — rispetti di cui è tutela Normativa Penale... ma per strada soggetti più violenti di prima in situazioni più difficili di prima a causa di chiusure che in realtà favoriscono incontri indesiderati... Insomma una azione "di massa" insinuata in Stato di cui usa disposizioni e comunicazioni dando sensi non veritieri e celando il torto, che solo poi supponibile, in reciprocità non di causa-effetto ma di volere-volere, attuati a vantaggio di Antistato e di contrarietà a Nazione e Nazioni (eventualità estranea o del tutto estranea a destino di molti (me compreso) ma che moltitudini ad essa non estranee hanno voluto e vogliono, vorrebbero, in destini altrui appunto estranei) ) .


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In secondo messaggio inviato trovasi parentesi aperta iniziale poi non chiusa ma prima del punto finale uno spazio. Non è necessario correggere, basta per chi in dubbio questa precisazione.
Frattanto ho inviato altro con parentesi anche chiusa e senza i tre punti 'sospensivi' ad inizio ed in resto lo stesso.


MAURO PASTORE