Recensione di Claudio Faschilli
Paolo Casalegno è stato uno dei principali esponenti della filosofia analitica italiana. Nato nel 1952 a Torino, dopo aver conseguito la maturità classica, si trasferì a Pisa per frequentare la facoltà di Filosofia della Normale, presso la quale si laureò nel 1975 con una tesi su Bertrand Russell. Nominato ricercatore, restò a Pisa fino al 1988, anno in cui si spostò all’università di Milano, dove ottenne la cattedra di docente e insegnò fino al 2009, quando, a soli 57 anni, venne a mancare.
Casalegno è stato autore di numerosi articoli e libri, pubblicati presso diverse case editrici. In particolare, nel 1997 venne stampato per la prima volta il suo manuale di filosofia del linguaggio: si tratta di uno strumento fondamentale per ogni studente di filosofia analitica e può forse essere considerato il libro più completo e meglio riuscito in lingua italiana sull’argomento.
Il manuale, intitolato Filosofia del linguaggio. Un’introduzione (Carocci, 1997), prendeva avvio dalle teorie di Frege e esponeva nel dettaglio gli argomenti e le posizioni degli autori di maggior rilievo a livello internazionale, fornendo al lettore una panoramica completa, ma soprattutto approfondita di quella che è stata l’evoluzione della riflessione filosofica sul linguaggio nel ‘900. In ciò emergeva la capacità analitica e di sintesi di Casalegno, il quale con grande chiarezza espositiva riusciva a rendere accessibili anche le argomentazioni e i passaggi più ostici.
Gli ultimi capitoli del manuale erano poi dedicati alle più recenti ricerche alternative al paradigma tradizionale, come la teoria di Jerry Fodor, o la linguistica di matrice chomskiana, delle quali erano messi in luce peculiarità e punti deboli.
Il libro, data l’accuratezza con cui certi temi specifici erano approfonditi, forniva un valido aiuto allo studioso e allo studente non a digiuno di filosofia del linguaggio. Di certo, però, questa accuratezza poteva talvolta risultare ostica a coloro che si accostavano a tali argomenti per la prima volta.
Ecco allora che con la sua Brevissima introduzione alla filosofia del linguaggio (la quale fu in realtà scritta nel 2001, ma, come riporta nella Prefazione la curatrice, Elisa Paganini, non poté essere pubblicata prima del 2011), Casalegno ha posto rimedio a ciò, scrivendo un testo che, sebbene non sostituisca il suo precedente manuale, può essere considerato una degna premessa ad esso, in quanto si rivolge con chiarezza e semplicità a tutti coloro che incontrano la filosofia del linguaggio per la prima volta.
Il testo è molto veloce da leggere e presenta i principali temi del paradigma dominante del ‘900. Vi troviamo esposte la teoria di Gottlob Frege e quella di Bertrand Russell; la posizione di Ludwig Wittgenstein viene trattata dedicandole ampio spazio nel testo; seguono la tesi verificazionista del neopositivismo, la teoria dei mondi possibili, lo scetticismo semantico di Willard V.O. Quine, la teoria di Donald Davidson e, infine, quella di Saul Kripke.
Vi sono alcuni aspetti che costantemente si ripresentano nei lavori di questi pensatori cui l’autore presta molta attenzione, facendone quasi le fondamenta su cui si regge il testo: innanzitutto, il tema della composizionalità, ovvero la possibilità di ottenere i valori semantici delle espressioni complesse operando sui valori semantici di quelle più semplici; quello della formalizzazione, ovvero l’idea che il linguaggio ordinario sia ingannevole e caratterizzato da una certa vaghezza, tanto da dover essere emendato per mezzo di un’opera di formalizzazione; infine, quello dell’antimentalismo, secondo cui per stabilire il valore semantico di un’espressione non occorre prendere in considerazione ciò che accade nella mente di chi utilizza tale espressione, bensì serve considerare la relazione che intercorre tra l’espressione stessa e certe entità del mondo.
Come abbiamo rilevato in precedenza, questa Brevissima introduzione alla filosofia del linguaggio costituisce un ottimo punto di partenza per chi volesse intraprendere lo studio della filosofia del linguaggio contemporanea. Il testo, infatti, si concentra soprattutto sui pilastri teorici su cui questa disciplina si poggia, presentandoli con grande chiarezza, mentre viene fatto solo un breve accenno alle tematiche più recenti (come la semantica modellistica, o le teorie cognitive, che sembrano essere le più promettenti oggi, in quanto s’inseriscono in un contesto di ricerca che spazia su vari ambiti disciplinari), delle quali però Casalegno si era già occupato nella sua Introduzione.
Ma, del resto, come scriveva l’Autore: «Il motivo per cui, nonostante tutte le novità degli ultimi decenni, ci sembra legittimo interrompere la nostra storia al punto cui l’abbiamo condotta, è che i contributi specifici della filosofia del linguaggio alle imprese interdisciplinari più recenti sono basati, in larghissima misura, su idee elaborate in precedenza: sostanzialmente, quelle di cui abbiamo fornito qui un sommario resoconto.» (p. 101)
Indice
Prefazione
di Elisa Paganini
1. Introduzione
2. Frege: senso e denotazione
3. Forma grammaticale e forma logica
4. Il Tractatus di Wittgenstein
5. Il verificazionismo neopositivistico
6. Il secondo Wittgenstein e la filosofia del linguaggio ordinario
7. Mondi possibili
8. Lo scetticismo semantico di Quine
9. Verità e verificazione
10. Linguaggio e metafisica
Conclusione
Riferimenti bibliografici
Bibliografia ragionata
Indice dei nomi
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