Recensione di Maria Giulia Bernardini - 22/07/2011
Quello di Antonio Tursi è, nello scenario filosofico-politico odierno, un importante contributo al ripensamento del rapporto tra la sfera pubblica e quella privata, una riflessione su chi sia oggi il reale autore della conoscenza e su come questa venga prodotta, uno strumento di indagine sul ruolo dei nuovi media nell’emersione dei corpi un tempo esclusi, nonché un’ulteriore occasione di incontro con la biopolitica. Non va dimenticato, inoltre, che tra la molteplicità dei temi – trattati in modo talvolta rapido ma non per questo superficialmente - Politica 2.0 mette a fuoco anche il complicato fenomeno della globalizzazione, alla cui base troviamo il conflitto radicale tra mercato e diritti, e che comporta una ridefinizione ed una riarticolazione del potere statale su nuove basi, fino a configurare, per taluni, il ritorno di istituzioni formalmente neo-medievali (pp. 157-178).
Il testo non appare immediatamente di agile lettura, forse anche in ragione del fatto che i piani di indagine offerti al lettore da Tursi sono molteplici e le tematiche presentate sono particolarmente articolate al proprio interno, come si può evincere anche dall’indice. Una volta immersi nel viaggio dell’autore, tuttavia, l’itinerario diviene più chiaro – anche grazie alle utili coordinate che vengono offerte per l’orientamento – e la comprensione delle tesi proposte più facile.
Il testo non appare immediatamente di agile lettura, forse anche in ragione del fatto che i piani di indagine offerti al lettore da Tursi sono molteplici e le tematiche presentate sono particolarmente articolate al proprio interno, come si può evincere anche dall’indice. Una volta immersi nel viaggio dell’autore, tuttavia, l’itinerario diviene più chiaro – anche grazie alle utili coordinate che vengono offerte per l’orientamento – e la comprensione delle tesi proposte più facile.
Riportare in modo sintetico, chiaro ed esaustivo tutti i temi proposti sarebbe impresa vana; non rimane altro, allora, che indicare alcuni dei percorsi più suggestivi.
Tra questi, quelli che riguardano il ruolo giocato dai media nel superamento della dicotomia pubblico/privato, nonché la loro valenza inclusiva/esclusiva circa l’emersione dei corpi esclusi dallo spazio pubblico appaiono come alcuni tra i più coinvolgenti. Non sembra così comune, infatti, riflettere sul ruolo giocato dal binomio alfabeto/stampa riguardo all’esclusione dalla sfera pubblica di ciò che non rientrava nel dominio della vista. Al riguardo Tursi ci ricorda che l’esclusione colpiva «[i] contatti e le sensazioni acustiche, i problemi materiali della vita quotidiana di chi non ce la fa, le figure deboli come i lavoratori, le donne, i migranti, i selvaggi, i diversamente abili […]» (p. 19). È con l’avvento della televisione e delle reti digitali che i corpi sono riemersi prepotentemente, anche se ciò è avvenuto forse con troppa forza (p. 22).
Ma quali sono i corpi dei media? Tursi ne individua alcuni: quello globale, quello genoma, quello codice, quello connesso, quello elettronico. L’enucleazione di questi paradigmi consente all’autore di problematizzare un ampio spettro di questioni oggi ineludibili quando si riflette sulla presenza dei corpi nella sfera pubblica.
Il corpo globale rimanda infatti alla globalizzazione, da intendersi qui con particolare riferimento al processo di nuova visibilità sia dei corpi vincitori, sia di quelli vinti: oggi non sono presenti solo i corpi alla moda, ma anche quelli mutilati e massacrati dalle guerre. A ragione Tursi dà conto di come stia riemergendo quell’inumano che, per motivi psicoanalitici e politici, viene spesso rigettato nella categoria dell’abietto, situato ai confini dell’umanità, relegato al mondo dell’inumano, e che oggi pretende visibilità con una forza tale da non poter essere più soffocato e nascosto (cfr. al riguardo anche J. Kristeva, Poteri dell’orrore. Saggio sull’abiezione; J. Butler, Corpi che contano. I limiti discorsivi del sesso; Y. M. Young, Le politiche della differenza). È quanto accade, ad esempio, nel caso degli immigrati (pp. 27-28).
Il corpo-codice ci costringe invece a fare i conti con la classica ambivalenza sottolineata su più fronti della riflessione filosofica, ad esempio anche da Michela Marzano: l’avere e contemporaneamente l’essere un corpo. Il codice di cui si parla è quello genetico, che ha reso possibile l’abbandono del corpo-natura a vantaggio del corpo-codice (p. 28).
Tursi usa l’espressione corpo connesso per sottolineare l’importanza dei computer come «scatole contenenti altre persone» (p. 29), ossia come strumenti che costruiscono primariamente reti sociali, in cui ciò che si cerca è uno scambio di emozioni. Emerge pertanto «il corpo connesso di un’emotività connettiva» (p. 29), dove i media si presentano sempre più come estensori dei nostri sensi e della nostra emotività.
Il corpo elettronico è costituito invece dalle informazioni e dai discorsi che ci riguardano, cioè dai nostri dati personali. A ciò si ricollegano le complicate questioni riguardanti le informazioni che ci garantiscono come cittadini, automobilisti, consumatori, utenti di telefonia mobile, etc. Si tratta, allora, di un importante snodo della nostra identità, che appare sempre meno vincolata al solo corpo fisico, e radicata anche nel suo doppio elettronico.
I processi legati alle nuove tecnologie di comunicazione riguardano la digitalizzazione dei messaggi, e quindi dei nostri corpi. Attorno a questo dato di fatto si gioca la battaglia tra angeli e demoni (pp. 43-46): con tale metafora Tursi ci presenta lo stato dell’arte circa la riflessione sul rapporto tra navigazioni virtuali e corporeità. Se la maggioranza (gli angeologi) vede nella navigazione virtuale una smaterializzazione, e quindi l’abbandono definitivo del corpo che concretizzerebbe l’ideale platoniano di liberazione dell’anima dal corpo, una minoranza – alla quale appartiene anche Donna Haraway – considera i media degli strumenti tramite i quali noi partecipiamo ad una sorta di «orgia liberatoria» (p. 42).
Aderire alla proposta degli angeli o a quella dei demoni ha, chiaramente, conseguenze politiche: per entrambe le interpretazioni è dirimente il ruolo del nostro corpo, sul quale si giocano costruzione (e decostruzione), soppressione e liberazione. «La trasformazione in angeli può essere compresa in una visione negativa, oppressiva del concetto foucaultiano di biopolitica. Lo scatenamento orgiastico della carne, viceversa, rientra in una versione positiva, affermativa dello stesso concetto» (p. 46). Tursi, oltre a rilevare che la versione oppressiva del regime biopolitico oggi viene utilizzata assai copiosamente, dà conto della lettura positiva del concetto di biopolitica che si è affermata nel mondo contemporaneo e che è fatta propria, ad esempio, da Roberto Esposito. Egli non manca, tuttavia, di problematizzare questo slittamento di significato, rilevando come la concezione positiva di biopolitica in realtà finisca indebitamente per spostare il proprio oggetto di riflessione: dal corpo si passa, infatti, alla carne, occultando così le marcature sociali cui sono soggetti i corpi.
Nel capitolo La fine delle quattro mura l’autore ripercorre i rapporti che si sono avuti storicamente tra la sfera pubblica e quella privata. Durante la modernità le due sfere si sono via via differenziate fino a contrapporsi, ma non sempre è stato così. Tursi parte dall’antica Atene per cogliere i rispettivi ambiti di azione evidenziando assai suggestivamente il ruolo rivestito dai diversi corpi nelle varie sfere, passa poi alle metropoli illuministe in cui contavano solo le maschere dell’uomo e del cittadino – qualora, tra l’altro, fossero state indossate dal borghese – ed approda infine alla tarda modernità. Nella nostra contemporaneità si possono cogliere due fenomeni convergenti: la pubblicizzazione del privato e la privatizzazione del pubblico, cui contribuiscono in modo determinante Facebook, MySpace, hi5, LinkedIn, Badoo etc.
Si determina così una confusione tra le due sfere; un ruolo importante viene svolto in questo senso anche dalla televisione, che ha contribuito ad abbattere i muri che separavano tali ambiti, e a ridefinire il concetto di “casa”, «alterando il modello del flusso informativo che ha luogo al suo interno, confondendo i livelli di esposizione alle informazioni di bambini e adulti» (p. 74). Secondo Tursi, in questo mutato scenario globale non ha più senso riferirsi ad una sfera privata intesa in senso tradizionale. Casa e famiglia vanno piuttosto riconosciute come costruzioni storiche legate a determinati assetti sociali, cosicché il diritto alla privacy va rapportato non più ai diritti naturali, ma alla costruzione sociale del diritto, e quindi si presenta il problema del suo inquadramento e della sua garanzia nel tempo delle reti digitali. La protezione dei dati personali si trova infatti al crocevia tra quattro spinte: della società, del mercato, della tecnologia, del diritto (p. 84). Quest’ultimo, in particolare, dovrebbe accogliere, per Tursi, la sfida ad una maggiore flessibilità: presentandosi come diritto di principi, potrebbe fare propria una visione più sfumata della privacy, declinando le tutele in relazione alla complessità delle esigenze esistenziali.
Attraversando la tematizzazione della mixed-reality, l’autore passa poi a parlare delle nuove dinamiche delle reti di potere, collegando il principio di trasparenza alla vicenda Wikileaks, che ha posto in luce come il potere globale, dal basso, orizzontale dei media possa combattere l’ordine mondiale del potere, realizzando una «sorveglianza inversa» tramite la quale tenere d’occhio i potenti (p. 153). Risulta essenziale, pertanto, riflettere sui densi intrecci che il potere realizza nelle nostre società, dove le tecnologie dell’informazione e della comunicazione costituiscono il campo in cui si giocano trasparenza, controllo e resistenza.
E la consapevolezza di come sia mutato il quadro in cui opera il potere fa parlare a Tursi di «istituzioni neo-medievali» (p. 157). Il nuovo medioevo istituzionale – da intendersi in senso formale – è caratterizzato da cinque tendenze: a) degli Stati-nazione ad integrarsi in unità più ampie di tipo regionale; b) degli Stati-nazione a disgregarsi in unità subnazionali; c) la fine del monopolio dell’uso legittimo della forza da parte dello Stato; d) l’emergere di altri attori sullo scenario politico mondiale; e) l’integrazione tecnologica del mondo, la formazione del villaggio globale.
Proprio il nesso tra globalizzazione e tecnologia rappresenta lo sfondo dello Stato a rete, all’interno del quale secondo l’autore le tecnologie sono destinate a svolgere un ruolo di primo piano, ad esempio in riferimento alla partecipazione alla deliberazione politica. Le reti digitali, che sono i media che caratterizzano il tempo presente, anziché isolarci costituiscono allora un nuovo ambiente per i nostri corpi, e conseguentemente consentono di dare spazio a temi fino ad oggi spesso negletti.
Ciò che Tursi propone, al contrario, è (condivisibilmente) una sfera pubblica in cui hanno libero accesso tutti i corpi, le emozioni ed anche i temi biopolitici (oltre e soprattutto alle soggettività che concretamente ne sono portatrici). Ed è proprio grazie alle reti digitali che si modificano i temi e le geografie della sfera pubblica contemporanea, e quindi le spaziature della sfera pubblica e le soggettività che agiscono al suo interno. Lo sviluppo tecnologico rappresenta pertanto un’importante risorsa per decentrare l’uomo e scardinarlo dalle sue certezze. Oggi l’uomo sa di essere costitutivamente legato alle alterità, siano esse umane, animali o tecnologiche. La sfera pubblica, allora, non può essere concepita come luogo al cui interno sviluppare solo discorsi razionali ed argomentativi, ma risulta necessario anche l’accoglimento della sfera emotiva e dei soggetti che sono concretamente portatori di tali emozioni.
Indice
Prefazione di Stefano Rodotà
Introduzione
Incorporazione e istituzionalizzazione
1. Considerazioni preliminari
2. Incorporazione della sfera pubblica politica
3. Necessità di una istituzionalizzazione
I. Il corpo dei media
1. Alcuni corpi
2. Alzare la barra
3. Messaggi o massaggi?
4. L’occhio e la mano
5. Sensibilità elettronica
6. Angeli e demoni
7. Politica della carne o politica dei corpi?
II. Il teatro e la festa
1. Funzioni manifeste e funzioni latenti
2. Un confronto tra sistemi
3. La penna dello studioso e il cuore del barbaro
4. I due modelli
5. Dalla morale alla politica
III. La fine delle quattro mura
1. Distinzione e opposizione
2. Farsi vedere o della pubblicizzazione del privato
3. Bolle nello spazio comune o della privatizzazione del pubblico
4. Androginia situazionale
5. Ciò che resta del privato tra opportunità e rischi
6. Partecipazione o cyberbalcanizzazione?
7. Un campo di forze
8. un punto di stato
IV. La mixed reality
1. Spazio liscio e spazio increspato
2. In-between
3. Blob e sprawl
4. Una sfera pubblica multimediale
V. Barbari e pirati
1. Banlieue: uno statuto di comunicazione
2. Conquistare lo spazio, agire con i media
3. Devenir-banlieue
4. Conividire digital goods
5. I valori dei nuovi eroi
6. Dal conflitto di classe al riconoscimento dei diritti
VI. Il principio di trasparenza
1. Un sogno antico
2. Una semplice idea architettonica
3. Il sistema nervoso esteriorizzato
4. Governance without government
5. L’e-government ovvero dell’onnivisione
6. La veglia contemporanea
7. Due ambiti densi e complessi
VII. Istituzioni neo-medievali?
1. Dal medioevo al neo-medioevo
2. Lo Stato a rete ovvero governare senza governo
3. La ciberdemocrazia ovvero la città ideale
4. Un’altra epoca di mezzo
Conclusione
Una funzione politica
1. In sintesi
2. Una sfera di emozioni
3. Un rapporto inscindibile
Ringraziamenti
Bibliografia
11 commenti:
1
La manifestazione esclusivamente fenomenica della globalizzazione è separatamente molteplice fino ad incompatibilità di ricezioni non esclusivamente fenomeniche.
Esiste ritorno di epocale medietà variante secondo differenze di ricezioni non esclusivamente fenomeniche: in culture slave, slavoniche ed affini od eguali si prospettò e si prospetta un Nuovo Medio Evo, da Russia a Russie e russie ed oltre in Est Europa ed altrove per zone artiche-subartiche - polari-asiatiche; quello teorizzato dal filosofo esistenzialista-personalista russo N. A. Berdjaev.
A causa di differire di informazioni per le culture assai diverse dalla russa e relativi mondi civili, di tal medioevale evenienza fu possibile informativa solo posteriore ovvero non postuma, non ancora ultimata — a questo scopo io invierò triplice digressione (non disgressione) dal valore confrontativo-integrativo - non comparativo (ripartita in tre messaggi in tre invii).
...
MAURO PASTORE
1bis
1
La manifestazione esclusivamente fenomenica della globalizzazione è separatamente molteplice fino ad incompatibilità di ricezioni non esclusivamente fenomeniche.
Esiste ritorno di epocale medietà variante secondo differenze di ricezioni non esclusivamente fenomeniche: in culture slave, slavoniche ed affini od eguali si prospettò e si prospetta un Nuovo Medio Evo, da Russia a Russie e russie ed oltre in Est Europa ed altrove per zone artiche-subartiche - polari-asiatiche; quello teorizzato dal filosofo esistenzialista-personalista russo N. A. Berdjaev.
A causa di differire di informazioni, per le culture assai diverse dalla russa e per relativi mondi civili fu possibile informativa solo posteriore (non postuma), non ancora ultimata — a questo scopo questa mia digressione (non disgressione) dal valore confrontativo-integrativo - non comparativo:
+
Nuova epocalità di mediazione fu possibilità filosofica in politica e filosofia introdotta da Berdjaev quale esponente del Menscevismo russo esule attivo (in parte segretamente attivo per Est Europa e Russia sovietica in autodifensive basate su principi socialdemocratici), ad Ovest in tal caso a Parigi, durante imperversare di trame staliniste da entro Unione Sovietica contro Occidente e contro ideologie civili culturali del Settentrione del Mondo.
A causa dei vasti errori perduranti di parti sovietiche non russe né di partecipazione sovietica ex-russa né ex russa, si rendeva necessaria l'alternativa tra il rifiuto più intransigente contro tali parti e tra altra scelta ma questa, qualsifosse, irrealizzabile secondo parametri storici ordinari e ideologie storiche già esistenti.
A causa di tal impossibilità, dunque alla parte in errore, che misconosceva esigenze vitali ed extrasociali della Unione Sovietica costruita e fatta valere da Lenin prima della avversione statalista - antistatale di "Stalin" e dei suoi, fu negata da opposizione quindi dissidenza menscevica ogni comunicazione sociale eppoi non negata comunicatività vitalmente necessariamente comune, secondo interventi, non statalisti, prima da Interni poi dai Confini poi da Esteri di Unione, mentre statalismo stalinista era impegnato da anarchismo, sorto dopo opera dell'ideologo indipendente Bakunin e infine da stesso Lenin introdotto in Stato quale misura di garanzia sociale e non totalitaria prima che la burocratizzazione sovietica fosse interdetta poi interrotta dal dittatore noto come "Stalin".
Negazioni ed affermazioni erano entrambe iniziate dai menscevichi con apporto decisivo di pubblicazioni filosofiche, valenti prima quali diretti linguaggi etnicamente separativi quindi quali manifestazioni etnologiche continuative, talché la riorganizzazione linguistica tentata con invadenti proibizioni da etnie non russe in azioni antirusse ne fosse impedita, questo proprio accadendo per interventi di esuli russi in Europa Ovest, tra i quali N. Berdjaev; comunicati solo postumamente ai centri di potere del Patto Atlantico durante Guerra Fredda tra Comunismo e Capitalismo mondiali.
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MAURO PASTORE
1tris
[1]
La manifestazione esclusivamente fenomenica della globalizzazione è separatamente molteplice fino ad incompatibilità di ricezioni non esclusivamente fenomeniche.
Esiste ritorno di epocale medietà variante secondo differenze di ricezioni non esclusivamente fenomeniche: in culture slave, slavoniche ed affini od eguali si prospettò e si prospetta un Nuovo Medio Evo, da Russia a Russie e russie ed oltre in Est Europa ed altrove per zone artiche-subartiche - polari-asiatiche; quello teorizzato dal filosofo esistenzialista-personalista russo N. A. Berdjaev.
A causa di differire di informazioni, per le culture assai diverse dalla russa e per relativi mondi civili fu possibile informativa solo posteriore (non postuma), non ancora ultimata — a questo scopo questa mia digressione (non disgressione) dal valore confrontativo-integrativo - non comparativo:
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Quanto di economico - legislativo sopravvissuto allo scomporsi politico sovietico e ricomporsi economico post sovietico, da anni 1988-1989 ad anni 2011-2012-2013, fu tal quale assunto da stati ex sovietici non russi; quanto invece di legislativo - economico di stessa non medesima sopravvivenza, cioè russa o neo russa o russa - neorussa, restò di Istituzioni statali russe (in parte minima e costituzionalmente prima non attiva ma presente e da alcuni anni attiva dopo consultazione referendaria: anche di attuale Stato russo, post e non ex russiano, separato della Crimea; ed anche di Istituzioni politiche locali attuali ucraine, russiane - neorusse; oltre che in massima parte e non diversamente di attuali Stati di Russia e Bielorussia).
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MAURO PASTORE
1quater
[[1]]
La manifestazione esclusivamente fenomenica della globalizzazione è separatamente molteplice fino ad incompatibilità di ricezioni non esclusivamente fenomeniche.
Esiste ritorno di epocale medietà variante secondo differenze di ricezioni non esclusivamente fenomeniche: in culture slave, slavoniche ed affini od eguali si prospettò e si prospetta un Nuovo Medio Evo, da Russia a Russie e russie ed oltre in Est Europa ed altrove per zone artiche-subartiche - polari-asiatiche; quello teorizzato dal filosofo esistenzialista-personalista russo N. A. Berdjaev.
A causa di differire di informazioni, per le culture assai diverse dalla russa e per relativi mondi civili fu possibile informativa solo posteriore (non postuma), non ancora ultimata — a questo scopo questa mia digressione (non disgressione) dal valore confrontativo-integrativo - non comparativo:
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... Di tutti questi [summenzionati] eventi politici economici con effetti solo in parte economici - politici, non c'è stata coeffettività in restante Europa ma controeffetto antieconomicista, di cui in prima parte di recensione non menzionandosene anzi menzionandosene analogica effettività di altre cause, uniche possibili determinanti: la secolarizzazione ex cattolica ed il secolarismo cattolicista di matrice neo oscurantista... : tuttavia tali cause essendo antifilosofiche non consentono vera rapportabilità filosofica.
MAURO PASTORE
Evidentemente autore gestisce sorta di esperanto anglofilo-anglosassone globalmente diffuso quale subculturalità non anticulturale, giungendo irresolutamente a medesime culturali conclusioni di irrazionalismo filosofico formulato tra fine della Età delle Grandi Esplorazioni ed inizio di Era delle Grandi Comunicazioni, ma senza poterne assumer risultati solo esporne, a causa della perdurante nota Scepsi di razionalità civile ed emotività culturale, che postmodernismo filosofico francese seppe identificare e superare sostituendo ruolo di comunismo con ruolo di anticonsumismo — mi riferisco alla ormai classica "critica della società dei consumi" che procedere di Grandi Comunicazioni stanno evolvendo in altrettanto classica “analisi della crisi della società dei consumi“. Apparente blocco di tal evoluzione era dovuto a nota diatriba filosofica - analitica-continentale che ha ormai avuto termine costruttivo ed esito costruttivista analitico-continentale, senza più filosofici spazi di polemiche essenziali né fondamentali; ma quanto di impeditivo contro filosofia occidentale, europea, italiana, restato dei veti clericali-filoclericali inquisitori - oscurantisti, non consente presa d'atto di codesti indubbi risultati acquisiti da comunità filosofica non solo occidentale.
...
MAURO PASTORE
... Recensore accogliendo sorta di esperanto di autore ne assume i sottosensi e non ne reca i sovrasensi da autore volontariamente lasciati in suo procedere non solo elencativo:
mixed-reality
privacy
media ,
sono magica triade recensiva, in connubio occulto con inquisitorio oscurantista fraintendere, in essi realmente intendendo reale insostenibile insavio materialismo, non anche intendendo sua coincidenza con mediocre realtà sociale inetta a comprendere sia ragioni sociali in cui si intromette sia sfavorevolezza antivitale delle coincidenze di sua stessa intromissione; ma quel che è peggio è la rispondenza non clericale ex clericale in cui sfavorevolezza medesima trovasi trasformata in sventura sociale poiché non avvedendosi parte filosofica e sociale e politica né del fraintendimento originale né di sua antivitale conseguenza; e difatti autore pur assai positivamente vitalmente componendo una via etica di non incomprensioni estreme, nondimeno non approda a risolutiva determinazione morale, aggirando questione fondamentale che non solo in società contemporanee evolute ma anche in viver non comune ma non estraneo a odierno interroga circa stasi di provvedimenti politici statali e penuria di azioni esecutive statali a tutela di segretezze nonché di riservatezze di sfera privata dei singoli e a difesa di messaggi nonché di manifestazioni di sfera pubblica statale. Questa ultima questione pone interrogativo cui risposte sono di ordine pratico diretto in quanto riferentesi a valori costituzionali e procedure giudiziarie-esecutive a scopo di reale reazione contro crimini di prepotenze ed invadenze contro cittadini e cittadinanze e di disinformazioni ed occultazioni contro stati ed istituzioni statali.
Difatti la cosiddetta "mixed-reality" della sorta di esperanto in cui scaduto recensore più che autore è una indistinzione scarsamente vitale correlata a insufficiente individuazione di funzione maggiore della privatezza in tempi di globalità e globalismi e codesta insufficienza è irrelata a non vera comunità né a veri comunitarismi né ad autentici comunismi ma a falsi elementi comuni, impolitici od antipolitici, intromessi in Grandi Comunicazioni a scopo non etico e non per propositi neppur solamente morali ma per ostinato non comprendere ragioni degli altri o per volerne sostituire vanamente alle restanti ultime di stessi intromissori; perciò non esito ma esizio consegue da codesta loro ostinazione invadente ed autocontraffacentesi quindi violenta e pure deliberata e senza diretta attenzione — il che è, evidentemente ed ovviamente, peggio ancora! Lo scambio di alterità accade entro illegittima inversione di ruolo del diritto e competenza dei mercati economici, né guerra economica attuale tra neocapitalismi statunitensi americani e nuovo socialismo cinese repubblicano possono risolvere questione nonostante ne siano entrambi conflittualmente in non stessa ma non differente opposizione di fondo; tanto che chiave giusta di risoluzione se ne trova in riferire della immigrazione ma recensore implicitamente ne impedisce bilancio di sorta ed autore usa ripartizione culturale non atta a valutazione vitale.
...
MAURO PASTORE
... Sia in recensione che in pubblicazione recensita si trova immane aporia entro cui non appare il significato esistentivo delle barriere culturali comunicative sociali etniche, che invece costituiscono diritti e materia di diritti; e la assenza di limiti alla disposizione, che di fatto è statalista non statale contro regolamenti da norme già esistenti e ai danni dei poteri su cui si basano tutte le serie politiche statali, a causa di necessità che derivano da poteri tecnologici, i più bisognosi di limiti regolativi quelli costituiti da usi dei droni, di apparecchi video e fotografici, di registratori diretti, usi cui vera Rete Politica Informativa e globale non è atta a limitarne anzi ne rende più gravi i rischi ma che medesima o stessa Rete contribuisce a descriverne e cui non va attribuito potere improprio esecutivo; difatti son pur sempre le pareti domestiche o veli o mantelli i migliori alleati contro invadenze tecnologiche evidentemente non autenticamente tecnocratiche e la Rete Interconnessa è rivoluzione civile culturale accaduta dopo rivoluzione culturale civile della Stampa Automatica ed entrambe vanno gestite quali strumenti non politici ma pure politici, i quali hanno rispettivamente contribuito a democratizzazioni politiche - religiose e a repubblicanesimi libertari e politici ed ancora ne contribuiscono ed il secondo concretamente da soli pochi anni.
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MAURO PASTORE
... Sta di fatto che alle sopravvalutazioni dei codici tecnoscientifici, quali i codici genetici ed evolutivi ed ambientali entro studi pratici di biologia, sta determinatamente provvedendo informazione via internet anche se in poco ed è assurdo proporre o lasciar proporre di sostituire in realtà comunicativa dominata da WEB a ideologie libertarie inetti e fuorvianti liberismi non ideologici, perché il WEB è adatto a mantenere buone ed assolutamente necessarie idee su vere tecniche ed autentiche scienze e perché da tal adattità deriva comprovazione dei restanti valori politici-operativi odierni e potenziamenti di ordini specialmente democratici e non solo democratici e secondo facoltà politiche pancratiche realmente utilizzabili perché ad esser pancratico non potrebbe mai esser WEB stesso; e ciò parendo al mondo ancora sottoposto a passati oscurantismi vaticanensi un ritorno alle informalità solo esteriori medievali e sembrando a neoinquositori ormai randagi un presente e futuro formale omologo od omologato od omologabile a loro convenzioni, invece è, da democrazia continua a diretta, il potere belligerante e vitale dei verbi di verità, in apocalittiche trasformazioni odierne intuibili, ovvero tra le orgiastiche vuotezze frigidamente sterilmente mortali di combinazioni sessuali, anche amorose, distrutte, tra le ex orgiastiche solo vanamente filoerotiche corrispondenze mediali-multimediali che fanno destino ancor più vuoto e pongono a rischio anche altre esistenze umane a causa di coincidenze non vitali intromissive.
Dunque si tratta di intendere scopi e fini di Reti e Interconnessioni... Altrimenti (faccio esempio notevolissimo)... a cosa servirebbe il già accaduto intervento della Polizia Europea contro gli abusi in alcuni Stati già attuati mediante tessere-patenti ambigue o insignificanti ai danni dei cittadini, se i colpevoli riuscissero a mancar rispetto per le leggi aggiungendo crimini a crimini, cioè aggiungendo ipotesi di anatomia e mentalità a menzioni inutili e sempre anacronistiche di fisiologia oppure psicologia e peraltro neanche disponibili a decifrazione di utenti di medesime tessere-patenti?
La filosofia ha continuato ad esistere anche per porre ad attenzione pubblica la insavietâ delittuosa e bisogna riconoscere in poca o quasi assente od in parte assente filosofia non la mèta ma solo una occasione e non risolutiva.
MAURO PASTORE
(...)
Indice di pubblicazione recensita reca opportuna menzione geopolitica ma senza altrettanto opportuna specificazione relativa, che mostrerebbe di ipotesi di terzo tipo ovvero della irrealtà, assenza di eventualità oltre che di reali cose, in indice appunto antifilologicamente mancante: si tratta specificamente (ne mostro io, dunque...) della irrealtà ipotetica di balcanizzazione della Europa Ovest ovvero di ipotesi, della irrealtà, 'di destabilizzazione politica di zone ovest europee secondo accadimenti analoghi ad accaduti politici di zone balcaniche e di instabilità economica controllata in egual analogia geografica'; ma... eventi impossibili perché o sarebbero direttamente distruttivamente antipolitici o indirettamente irrealizzabili politicamente; perciò restante ipoteticità in elencazione tematica-argomentativa è non filologica e di fatto espone ad antifilologia la quale in tema di globalità politica - sociale è nichilisticamente purtroppo distruttiva a danno di potere del filosofare che in Era delle Grandi Comunicazioni accade con necessità di grandezze comunicative ed anche massime utilizzando risorse comunicative metalinguistiche che senza utilizzabilità filologica rendono inservibili messaggi filosofici di primaria importanza filosofica ed extrafilosofica.
Manchevolezza di un indice di studio filosofico corrispondendo a mancanti tesi di pubblicazione indicizzata, per giunta con recensiva occupazione antifilologica relativa, non riesce per nessuno scopo filosoficamente conforme.
In cotal caso è accaduto che autore intravvedendo distinzione tra deriva neomedievale oscurantista cattolicista ed inoltramento (anche nel senso fonologico di:... in...oltr...amento ...!) ad altro Evo di Mezzo culturalmente legato ad altri riferimenti di Assoluti non ha parimenti scorto la non comunicabilità relativa dei tempi coincidente con relazione nulla sociale - comunicativa, tra esistentività diverse nonostante (così posson dirsi anche grammaticalmente...) fraccontinentali ((fra-(c)continentali)) esistentività... Non per retorica neppur limitata da senso filosofico con suoi significati ma per constatazione, si può affermare, dal notare, che alla manchevole accortezza di autore corrisponde a sua volta quel che insieme non solo assieme a vera saggezza filosofica si direbbe: distrazione da... fraccomodi; che una volta era di revanscismo oscurantista inquisitorio clericale, odiernamente di nostalgismo persecutorio filo ex-clericale (in prefisso ex esplicandosi senza mostrarsi il nonsenso di stesso sentimento persecutorio).
...
MAURO PASTORE
(...) Recensore — tra suoi diaframmi afilosofici e non filosofici a parzialità filosofiche nonché afilosofiche non sue ovvero di autore — nondimeno (mi riferisco ovviamente a ruolo ancora attivo recensorio non a più che questo) estrinseca un quadro storico di riferimento indirettamente e proprio perché indiretto anche perspicuo; ma — si badi! — si tratta di parametro storico incognito, con triplice menzione secondo duplice considerazione più o meno occulta:
1 Atene antica.
2 Metropolitanità moderna, dei tempi del Secolo Dei Lumi.
3 Periodo pre-contemporaneo post-illuminista.
1x Schema marxista di "borghesia/proletariato".
2x Rifiuto marxista-engelsiano di concreta storica medietà antica-moderna.
In verità espressioni da me usate sono disoccultanti, cioè fanno emergere una oscurità ed inespressività intellettuale di particolare realtà culturale evidentemente in alcunché comune ad autore e recensore (non comune a me), la quale concepisce o lascia che altri concepisca rapporti tra sfera sociale pubblica e sfera sociale privata fondamentali a relazioni tra sfera non sociale privata e sfera non sociale pubblica, però mediante occultazione di medesime naturalità sociali di stessi rapporti e relazioni e conseguente antidenotativa evidenza di legame sociale non naturale e non importante, costituito da costruzioni sociali non primarie di origini sociali - politiche e non politiche - sociali, arbitrarie e in stessa socialità ostili a convivenze culturali-civili integralmente occidentali in Occidente... e da tal premessa, retaggio di post non ex marxismo sottoposto ad intervento non lecito di stalinismo, non è possibile considerazione della Globalità filosoficamente conforme a sua premessa stessa, per cui la scoperta e descrizione, da parte di autore stesso, della favorevolezza della affermazione dei valori della emotività, emerge in sua riflessione non quale notazione-asseverazione ma soltanto quale affermazione-notazione-affermazione, per via di contenuti filosofici non propri a medesimo pensiero d'autore, ri-evidenti ad esso non in esso, che per potere globalista sta da essi raggiunto e tramite stessa Rete Politica cui egli riferendo... doveva per condividerne recepire in istanze però inconoscibili a priori da chi non in possesso di relativi contenuti, cioè da se medesimo pure e quale autore (stesso... mi riferisco ovviamente a ruolo ancora attivo autorale non a più che questo)... Ma non così accaduto, ecco che anche i riferimenti diretti a realtà di Rete diventano inutili da sé entro quel messaggio che direttamente li contiene...
...
MAURO PASTORE
...Per esempio importantissimo di quanto ultimo ho significato, si consideri questo seguente:
Non ha alcun senso reale, solo realistico, il comporre paradigma psico-sensoriale-analogico tra fisicità di materialità di
//globalità
/genomità
/codicità
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in riferirsi al portale internet di uso sociale ("social network") detto "Facebook" ('catalogo dei volti' e non solo personali anche altramente reali quali di associazioni, argomenti, culturalità...) dato il comunicare diretto ed emotivamente consistente di esso, cui vicende giudiziarie da proposte di richieste illegittime di uso a pagamento a non difformi ma non conformi disposizioni di dati utenti, da ingentissime invadenze di piraterie informatiche a più ancora ed immani cancellazioni di intromissioni piratesche, da accoglimenti inaccettabili a respingimenti sorprendenti, è pur passato attraverso menzione 'quale ente morale di fatto', specificata poi provvisoria eppur non definitivamente tale specificabile...
Non è da stimarne con morale esterna o senza, con etica indipendente o senza, né direttamente ed invece che analizzarne esteticamente - filosoficamente; invece di siti Internet dello Stato riconoscerne valenza intrinsecamente, esternamente stabilitativa od internamente ristabilitativa o reciprocamente abilitativa, consente attribuizione non solo burocratica di limiti normativi invalicabili di gestioni non a sregolamentazioni di sorta; per inaccettabilità di omettere, da parte di Stato politico esistente anche con Rete Interconnessa, di rispettare segretezze, riservatezze e discrezioni dei singoli, coi quali sol così Stato intessendo legittimi eventuali necessari rapporti autodifensivi e parimenti non senza autodifesa diretta di interessi singoli...
Ciò già è avviato in iter burocratici statuali; allora si rammenti anche di:
...
collegamenti variamente garantiti e nominalmente,
luoghi specifici ed ufficiali di utenza internet,
servizi ufficiali internet pubblici,
posta elettronica certificata,
portali internet direttamente ufficialmente dallo Stato
...
subissazione etica di elaborazioni non perspicue (Wikipedia subissata da Wikiwand con... patrocinio statale turco, interno a stessa organizzazione di Patto Atlantico),
separazione di legittime pretese di chiarificazioni da illegittime (Wikileaks sotto accusa e sotto condanna, giudiziarie-esecutive non solo esecutive)
...
provvedimenti esecutivi-legislativi-giudiziari limitanti ruoli istituzionali-comunicativi informatici - cibernetici - elettronici (il processo della cosiddetta Loggia di San Marino e la cosiddetta Legge Severino),
esplicitazione legislativa giudiziaria-esecutiva di reali non virtuali diritti di Autore via Internet (da Parlamento Europeo entro normative già esistenti nei singoli Stati)
... ;
ciò valendo pure entro quadro politico attivo di democrazia internamente parallelamente continua-diretta e senza conflittualità reale tra azioni, non-statali/statuali.
MAURO PASTORE
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