“Una delle principali questioni affrontate dalla filosofia del tempo contemporanea è stabilire se la nostra esperienza del passaggio del tempo colga un aspetto che si possa correttamente attribuire alla realtà, così come facciamo intuitivamente” (p. 5).
Fin dalle primissime pagine del saggio di Torrengo ci si rende conto che viaggiare nel tempo è per prima cosa una questione di linguaggio e di convenzioni: o per meglio dire, per viaggiare nel tempo è necessario comprendere bene, e fino in fondo, le possibilità che ha il linguaggio in sé.
Per poter viaggiare nel tempo, e la seconda parte del saggio ne affronterà i numerosi paradossi, bisogna in ogni caso definire che cos’è il tempo, con la conseguente definizione dello spazio. Il tempo può essere: personale o pubblico, lineare, ramificato, può avere una sua successione causale, determinato per ciò che è accaduto ed indeterminato per ciò che potrebbe accadere. Insomma, viaggiare nel tempo non è semplice come appare nei romanzi o nei film di fantascienza che Torrengo utilizza per tutto il corso del saggio per illustrare le teorie filosofiche e scientifiche che si sviluppano nel corso della sua ‘guida’. È molto interessante il dialogo che si instaura tra la teoria e la narrazione fantascientifica. È certo che l’argomento trattato nel saggio si presta più facilmente ad interpretazioni narrative, o cinematografiche, anche perché per ora la scienza, la fisica, non sembra fornire adeguate soluzioni (cfr. per questo il terzo paragrafo della prima parte).
Per poter viaggiare nel tempo, e la seconda parte del saggio ne affronterà i numerosi paradossi, bisogna in ogni caso definire che cos’è il tempo, con la conseguente definizione dello spazio. Il tempo può essere: personale o pubblico, lineare, ramificato, può avere una sua successione causale, determinato per ciò che è accaduto ed indeterminato per ciò che potrebbe accadere. Insomma, viaggiare nel tempo non è semplice come appare nei romanzi o nei film di fantascienza che Torrengo utilizza per tutto il corso del saggio per illustrare le teorie filosofiche e scientifiche che si sviluppano nel corso della sua ‘guida’. È molto interessante il dialogo che si instaura tra la teoria e la narrazione fantascientifica. È certo che l’argomento trattato nel saggio si presta più facilmente ad interpretazioni narrative, o cinematografiche, anche perché per ora la scienza, la fisica, non sembra fornire adeguate soluzioni (cfr. per questo il terzo paragrafo della prima parte).
Nella citazione messa in apertura di questa recensione si può cogliere tutto il senso del densissimo lavoro di Giuliano Torrengo: tempo, movimento, spazio, realtà e pensiero sono strettamente correlati nell’idea, per ora tecnicamente fantascientifica, di un viaggio nel tempo. La prima parte del testo è dedicata allo ‘stato dell’arte’ della filosofia che studia il tempo in quanto oggetto di possibili viaggi. Ad essere esaminato con attenzione non è solo il concetto di tempo, ma anche la conseguente percezione della realtà che a quel determinato tempo fa riferimento. L’autore prima di sviluppare i temi che ruotano attorno all’idea del viaggio nel tempo mette in evidenza alcune questioni che solo apparentemente possono essere di minor importanza rispetto al grande dilemma del viaggio vero e proprio. Volendo definire la realtà è necessario chiarire i modi, le convenzioni, che utilizziamo quando parliamo, quando comunichiamo nella realtà. Sono due le categorie principali che ci permettono di esprimercinel tempo: le “determinazioni tensionali e quelle atensionali” (p. 6). Le prime sono formate da qualità che gli oggetti, o gli eventi, non possiedono in maniera stabile (presente, futuro, oggi, domani o ieri); le seconde si riferiscono a relazioni temporali (seguire, precedere o determinazioni seguite da una data), queste determinazioni non vengono perse con il passare del tempo, ad esempio: l’anno ‘0’ precede sempre l’anno ‘2011’.
Solo dopo aver definito le modalità che il linguaggio utilizza per esprimere ‘qualità’ temporali Torrengo può passare alla disamina delle due posizioni teoretiche da cui poter definire che cos’è il tempo: la visione dinamica e quella statica. La visione dinamica viene associata dall’autore ad Eraclito. In questa visione, il tempo è un flusso continuo di eventi e la nostra osservazione non influisce sul loro posizionamento nel passato, nel presente o nel futuro: il tempo scorre a prescindere dall’osservatore. Dal punto di vista statico, associato qui a Parmenide, per il quale ‘l’essere è’ e quindi non può mutare, si ritiene che gli eventi non possano essere collegati alla nostra apparente sequenza temporale di un prima e di un dopo, gli eventi possono essere ‘catalogati’ solo da un punto di vista atensionale: “il movimento e il cambiamento, ossia ciò che sembra distinguere essenzialmente il tempo dallo spazio, non sono che apparenza, che si spiegano facendo ricorso al modo in cui la nostra esperienza è inserita nella struttura causale della realtà” (p. 7). Le due teorie del tempo, dinamica e statica, comportano un differenze esito del possibile viaggio nel tempo: tutto sta al punto prospettico da cui osserviamo ‘il viaggio’. Ma ancora, il viaggio nel tempo può essere ‘in senso proprio’, “è uno spostamento di un corpo nello spazio e nel tempo fisico” (p. 18), oppure può essere un viaggio mentale, è la coscienza del viaggiatore a spostarsi nel corso del tempo e non il suo corpo. Per l’autore quest’ultimo tipo di viaggio non può essere considerato un vero e proprio viaggio nel tempo. Altre implicazioni del viaggio nel tempo che vengono analizzate in questa guida, e che sono corredate dall’ottima esemplificazione delle illustrazioni di Ernesto Mandara, concernono gli studi e i concetti che la fisica fornisce riguardo al tempo: teoria della relatività, spaziotempo, curvatura dello spaziotempo, caratteristiche della luce, peculiarità di elettroni e positroni, buchi neri e wormhole.
Schietto e poco propenso a cedere alle lusinghe di un facile ma effimero risultato, ovvero che il viaggio nel tempo si possa fare, è il tono della seconda parte del saggio: è complicato anche se non impossibile pensare al viaggio nel tempo, ma foriero di paradossi logici e tecnici che ci spingono a considerarlo quasi impossibile. Alcune domande sono disarmanti, nella loro semplicità, per le difficoltà logiche e materiali che mettono in gioco: Si può viaggiare fino ad un punto temporale antecedente la nostra nascita? Si può invertire la catena causale che sembra governare lo scorrere ‘pubblico’ del tempo? Si può “influire sul passato” o si può “cambiare il passato”? Si può aggirare il cosiddetto ‘Paradosso del nonno’ facendo in modo di non esser stati concepiti, eliminando un nostro avo? Se non è possibile modificare la linea del tempo, a cosa serve modificare un avvenimento del passato in un’altra linea temporale che non appartenga al nostro universo?
“Se da un lato l’universo o il multiverso risulta costituito da una serie di eventi storicamente determinati, dall’altro lato la nostra capacità di agire e di scegliere fa parte della storia causale dell’universo o del multiverso” (p. 154). Se, per ora, il tempo non può essere oggetto di nostri viaggi, è bene gestire con attenzione quello in cui stiamo vivendo. Forse è questo il senso dell’esortazione finale di Torrengo a curare la nostra possibilità di governare il nostro spaziotempo.
Chiude la ‘guida’ un importante capitolo dedicato alle letture di approfondimento. In esso il tema generale della filosofia dei viaggi nel tempo, suddiviso nelle sue sfaccettature teoriche, la causalità, la direzione del tempo, il linguaggio, l’epistemologia, la fisica, lo spaziotempo e la metafisica del tempo, trovano indicazioni bibliografiche puntuali che possono esser utili per aprire differenti ed eterogenei campi di ricerca.
Indice
Introduzione
Ringraziamenti
Parte prima
Tempo ordinario e viaggi nel tempo
I . L’universo dinamico e l’universo statico
I.i Eraclito contro Parmenide - I.ii Il paradosso di McTaggart - I.iii I viaggi nel tempo ordinario - I.iv La teoria causale del tempo e la causalità inversa - I.v Futuro aperto, determinato e fatalismo - I.vi Direzione del tempo ed entropia - I.vii Il linguaggio dei viaggi nel tempo
II. Viaggiare nello spaziotempo
II.i Persone, oggetti e eventi - II.ii Identità attraverso il tempo: endurantismo e perduratismo - II.iii La quarta dimensione - II.iv La mappa dello spaziotempo e le linee-mondo - II.v La dilatazione del tempo - II.vi La relatività della simultaneità - II.vii Teoria sostanziale e teoria relazionale
III. Macchine e tunnel
III.i La macchina del tempo - III.ii I viaggi nello spaziotempo - III.iii Il paradosso dei gemelli - III.iv Le particelle a ritroso nel tempo, l’invertitore di causalità e le radio di Dirac - III.v La curvatura dello spaziotempo: razzi, cilindri e buchi neri - III.vi La curvatura dello spaziotempo: macchine, motori e tunnel - III.vii Non ci sono viaggiatori dal futuro (ancora)
Parte seconda
I “paradossi” del viaggio nel tempo
IV. La moltiplicazione dei viaggiatori
Iv.i I circoli causali - IV.ii I principi di conservazione - IV.iii Oggetti dal nulla - IV.iv Informazioni dal nulla
V. Il possibile e l’impossibile nei viaggi nel tempo
V.i Cambiare il passato? - V.ii Le regole del destino - Viii Determinatezza storica, prescienza e ricordi dal futuro - V.iv Il paradosso del nonno - V.v Possibile… ma ben strano - V.vi La libertà - V.vii Punti d’equilibrio - V.viii il coniglio bianco nel multiverso
Letture consigliate
1. L’ABC della filosofia dei viaggi nel tempo - 2. Per approfondire la filosofia del tempo “ordinario” - 3. Per approfondire la filosofia della scienza e i viaggi nel tempo - 4. Per approfondire metafisica e viaggi nel tempo
Riferimenti bibliografici
Glossario
Indice dei nomi
3 commenti:
La nozione di "viaggi nel tempo" è una nozione indiretta dipendente da altra diretta nozione di "viaggi del tempo".
Riferimento epistemologico a Relatività fisica è per interrogativi ipotetici su viaggi nel tempo cui risposte logicamente parziali, con riferirsi gnoseologico a restante che in indefinite demoltiplicazioni di possibilità dà ermeneutica valida euristicamente, però cui configurazioni inconcluse non fenomenologicamente, gnoseologicamente inoltrate epistemologicamente precisate, in incompletezza! A restante indefinitezza, considerazioni ragionativamente divergenti di non finitezza, fenomenica, epistemica, che nessun procedere filosofico riconduce a convergenza perché necessitato assolutisticamente-relativisticamente, possibilitato solo assolutisticamente e soltanto gnoseologicamente. Ontologicamente convergendo da assolutezze irrelate a non assolute relazioni si possono considerazioni euristicamente non uniche non definitive a sole condizioni ermeneutiche di azione filosofica, incompiuta; datità scientifica di Relatività spaziotemporale e acculturazione scientifica circa 'la possibilità di viaggiare nel tempo' niente ricevendone né altra ricerca filosofica sulla scienza.
Di quelle nozioni, seconda è poco intuitiva, l'altra indiretta antiintuitiva e non antipensativa a motivo de:
– il porre arcano, intellettualmente concreto, su dati scientifici di fisica relatività spaziotemporale: 'quali spazi e tempi da spaziotempo?'
– il sottrarre enigmaticità, sentimentalmente astratta, su tema di cultura non scientifica: 'se si potesse viaggiare attraverso i tempi...'
Poiché la naturale intuitività limita sentimentalità di eventi irreali nessun vero sentimento si attiva per ipotesi di unico viaggio dentro il tempo tranne che si aggiungano per motivazioni:
– l'ignorare gli enigmi dalla Teoria scientifica della Relatività offerti agli interpreti dei dati non ai soli formulatori;
– il fare, per fantasticanti pensatori ed anche per reali meditatori, enigmaticità di fantasie non sentimentalmente sperimentabili.
A motivare azioni filosofiche da non filosofia c'è aggiunta di una duplice interazione:
– commutare reciprocamente modi di linguaggi culturali-scientifici e scientifici-culturali nella cultura della scienza;
– invertire i modi dei rapporti tra cultura della scienza ovvero generica e cultura scientifica ovvero specifica.
Se questa interazione interdice o interrompe rapporti interni a cultura scientifica tra pensieri scientifici di Relatività e di Indeterminazione, altra e sufficiente azione filosofica ne è impedita o preclusa.
Indeterminazione dei Quanti corrisponde a realtà diacroniche - sincroniche, di fisicità indeterminabili sincronicamente entro cui variano relazioni fisiche: di massa diacronicamente; di energia sincronicamente.
Dunque indeterminabilità di energie-masse, in varie preponderanze con relazioni distinte di diverse quantità, sono: asincronie — multiverse per energia autoconservativa monoverse per massa a minor energia — in: energeticità nulle, massività parziali, energia-massiva totali, massa-energia intere; da alterazioni: multi-discroniche (non mono-discroniche!!) in mono-multi-versiche (non multi-mono-versiche!).
Ciò fisicalmente non fisiologicamente, rende utile questione.
MAURO PASTORE
Quel che la umana esperienza offre dei "viaggi nel tempo" postulati, perlopiù incautamente e talvolta fin quasi o fino al ridicolo, da interpreti di scientifica fisica relatività, tra cui anche scienziati improvvisati pseudofilosofi, è il dato, di fatto, cioè concreto direttamente non scientifico:
del differimento inspiegabile di effetti sonori tra spazi terrestri e spazi non terrestri secondo tempi non terrestri - terrestri in riferimento a precedenti non differimenti terrestri - non terrestri ed ancora precedenti non differiti segnali sonori non terrestri - terrestri. In pratica può accadere, è accaduto agli astronauti in Missione spaziale di inviar a Terra due messaggi con inframmezzato uno ricevuto da Stazione a terra secondo scansione spaziale cronometricamente non conforme non difforme a scansione cronometrata in stazione terrestre; e ciò accade assai sensibilmente: fenomeno macroscopico di differimento per il quale il secondo messaggio inviato dagli astronauti ha durata cronometrica rispettiva inferiore a quella ottenuta dai riceventi sul Pianeta Terra; secondo diversi tempi e secondo differenti prospetti cronometrici comparati:
A-''-B-''-C (su Stazione a Terra)
A-''-B-'-C (su Navicella Spaziale)
ma secondo uguaglianza di singoli risultati cronometrici:
A-x(')-B-y(')-C
e tale fenomeno non è spiegabile dagli scienziati di fisica applicata ad effetti sonori perché la scienza non può mai dar conto di effettualità esternamente data in oggetto di studio scientifico; difatti il fenomeno è spiegabile dalla vera e propria scienza acustica, che studia stessi fenomeni acustici, nella fattispecie col riferimento a non ambivalentemente uguale percorrenza di onde sonore in medietà percorsa...
Infatti non bisogna confondere ciò con i differimenti luminosi studiati dagli antesignani di Einstein in riferimento a fasci luminosi in movimento; e va ricordato che studi ottici già davano propria spiegazione scientifica a questo; inoltre la fisica che studia fonti di luminosità, non in quanto luminose cioè ma soltanto per ed in fisicità di esse, aveva prima di Einstein studiato differimenti di consunzioni e senza darne dati dinamici solo statici; ed Einstein si applicò a ricercarne e spiegarne di dinamici e con successo.
La tecnologia si avvalse, oltre al resto ed a tanto altro, per le imprese spaziali, sia di studi di acustica, che di ottica, che di fisica, per ciò che riguarda i differimenti in rapporto rispettivamente a: densità e sonorità di etere; distinguibilità e indistinzioni di fasci luminosi; mobilità e coincidenze di masse.
...
MAURO PASTORE
Fisiologicamente non nullo ma ulteriormente ineffettivo e biologicamente inconsistente è il differire fisico delle durate cronometriche tra oggetti, non solo tra quelli inorganici, in moti aerei a velocità supersoniche e moti terrestri e a velocità ordinarie; da fisiologia organica però si nota il differimento che peraltro è minimissimo nei cambiamenti soltanto extraorganici... dunque essendosi notate differenze di frazioni minime di un secondo sui cronometri, corrispondenti a condizioni di fisicità distinte non diverse né differenti, ma biologicamente provvisorie. Ciò significa che un oggetto non biologico ed inorganico a velocità supersoniche (non superacustiche!) ha durata uguale di pochissimo non coincidente con quella corrispondente di oggetto in basse o nulle velocità non aeree e terrestri; e che i corpi dei viventi hanno ugual differimento non in se stessi ma soltanto nei rapporti fisiologici con gli ambienti...
Ovvero, per esempio:
un abbronzato... supersonico, differisce da un abbronzato non supersonico, impercettibilmente o quasi, perché il supersonico ha abbronzatura per durata uguale ma in minor tempo di esposizione effettiva cioè peculiarmente non sostanzialmente diversa non solo o non per condizioni luminose.
Questo esempio non è solo teorico ma mostra risultato di vera passata ricerca fisiologica con specifico orientamento di studi dermatologico. Si noti che la dermatologia scientifica è solo un orientamento di studi della fisiologia.
Il caso invece di differimenti biologici è assai dimostrato e da alquanto tempo: i ritorni da viaggi per mare od oceani assai inusitati imprevedibili ed imprevisti. Caso più frequente appunto non accrescimento tardivo o mutamento diverso od invecchiamento precoci bensì rispettivamente tardività, diversità, precocità solo *di* ambiente di ritorno; scienza biologica ne dimostra direttamente; indirettamente la psicologica; la fisiologica non è atta per tal oggetto di ricerca; l'antropologica lo è ma non per tempi della vita solo di relazioni umane, che ha notato differenti tra rapporti in relazioni stesse con relazioni stesse. Per interdisciplinarità ciò si illustra solo con scienze di geologia, climatologia, meteorologia, studi di condizioni non corrispondenti reciprocamente ma singolarmente; la fisica fornisce dato pertinente non dinamico né statico ma da sola applicazione astrofisica, assieme a chimica applicata a condizioni di liquidi... Ma nulla si scopre di più della biologia! Si tratta del fenomeno analogo a quello minimissimo non biologico noto per velocità supersoniche:
accade durante rari o rarissimi viaggi marini od oceanici che le durate siano uguali ma al ritorno non coincidano, di mesi od anni o di giorni; per cui un naufrago abbia già vissuto dieci anni degli stessi degli altri a terra ma che solo uno ne abbiano vissuto: fisicalmente risulta plausibile solo ricorrendo a tesi che considera radicale differenza di fisica terrestre-astrale e marina-astrale-marina, secondo fenomeni di Relatività energetiche, luminose, massive, del tutto ignoti ad attuale scienza fisica e cui solo Teoria di Indeterminazione potrebbe formulare ipotesi per altre Relatività.
Ma il verso del tempo resta uno!
Altro si spiega con esperienze di individualità-non-personalità uguali non continue; studiate dagli psicologi son riferibili a cicli interi o frammentari differenti di differenti mondi: nessun eterno ritorno di persone stesse.
MAURO PASTORE
Posta un commento