Il presente volume comprende 113 articoli pubblicati per la maggior parte sul New York Daily Tribune, giornale dell’ala sinistra del partito whig statunitense col quale Marx aveva iniziato a collaborare nel 1851, una ventina di articoli per la Neue Oder-Zeitung di Breslavia e tre articoli per The People’s Paper di Londra. In questi anni l’attività giornalistica di Marx ed Engels risponde essenzialmente alla necessità di poter proseguire l’analisi scientifica e la lotta politica, intervenendo direttamente sulle questioni più attuali, anche sugli organi di stampa,
cosa diventata impossibile da fare su un loro giornale dopo il ’48 e l’esilio nel Regno Unito e, in particolare, dopo la dura repressione scatenata dai governi tedeschi contro i comunisti. La collaborazione con la Neue Oder-Zeitung si interromperà infatti nel 1855 in quanto il giornale sarà costretto a sospendere le pubblicazioni a causa della censura. L’attività giornalistica rispondeva inoltre alla non secondaria necessità per Marx di reperire una fonte di sostentamento per se stesso e la sua famiglia.
cosa diventata impossibile da fare su un loro giornale dopo il ’48 e l’esilio nel Regno Unito e, in particolare, dopo la dura repressione scatenata dai governi tedeschi contro i comunisti. La collaborazione con la Neue Oder-Zeitung si interromperà infatti nel 1855 in quanto il giornale sarà costretto a sospendere le pubblicazioni a causa della censura. L’attività giornalistica rispondeva inoltre alla non secondaria necessità per Marx di reperire una fonte di sostentamento per se stesso e la sua famiglia.
La parte più consistente degli scritti è destinata all’analisi della guerra di Crimea (1853-56) da Marx definita una ‘guerra per finta’ che mira a mantenere l’equilibrio fra le potenze o, se mai, a raggiungere un accordo volto allo smembramento dell’impero turco. Inoltre il mantenimento dello status quo serve a impedire lo sviluppo di fermenti rivoluzionari temuti sia dalla classe dominante francese e britannica che da quella russa: “Bonaparte è seriamente determinato a lanciarsi nella guerra. Non ha altre alternative: o la rivoluzione in casa o la guerra all’estero” (p. 29). Una guerra in cui la diplomazia sovrasta la strategia e in cui, dopo sei mesi di conflitto, Francia, Inghilterra e Russia non si sono mai affrontate militarmente: “Sono lì i francesi a non far niente e gli inglesi ad aiutarli nel modo più solerte possibile (...) Con governi come quelli attuali, questa guerra orientale potrebbe essere trascinata per trent’anni e non arrivare a nessuna conclusione” (pp. 302-3); infatti, commentando i futuri trattati di Parigi (febbraio-aprile 1856) alcuni osservatori diranno che non si era capito bene chi fossero stati gli sconfitti e quali i vincitori.
L’aristocrazia inglese punta alla pace perché per formare un adeguato esercito dovrebbe aumentare la paga, abolire le punizioni corporali e permettere la promozione di chi viene dai ranghi inferiori: “In breve democratizzare l’esercito e trasformarlo da sua proprietà in proprietà della nazione (...) Costretta dopo il 1830 a condurre la politica interna esclusivamente nell’interesse delle classi medie industriali e commerciali, l’aristocrazia inglese ha tuttavia mantenuto il possesso di tutti posti di governo perché ha conservato il monopolio della politica estera e dell’esercito. Questo monopolio era tuttavia garantito solo in assenza di una guerra popolare capace di trasformare la politica estera in una questione di interesse popolare, e una guerra del genere poteva combattersi solo contro la Russia” (pp. 501-2).
Una parte delle corrispondenze è destinata a un’analisi dei dibattiti parlamentari britannici e degli scontri fra le diverse anime della classe dominante inglese. Il conservatore Disraeli nei suoi interventi, apprezzati da Marx, accusa il governo di connivenza con la Russia e, secondo Marx, all’interno stesso della maggioranza governativa la frazione parlamentare di Aberdeen e quella di Palmerston non si differenziano se non per il diverso modo che hanno di mettersi al servizio della Russia: la prima gratuitamente perché non comprende le mire zariste, la seconda perché pagata, con la conseguenza che la prima è meno pericolosa perché in aperto antagonismo coi sentimenti del popolo inglese, mentre la seconda lo è di più poiché si spaccia per l’incarnazione dell’avversione nazionale contro la Russia.
Il pretesto per la guerra di Crimea era stato trovato in una scontro fra cattolici e ortodossi, alle cui spalle, sottolinea Marx, vi è una battaglia profana fra nazioni ed etnie, per l’amministrazione dei ‘luoghi santi’ di Gerusalemme (appartenente all’impero ottomano) di cui avevano tentato di approfittare Napoleone III e Nicola I. Il sistema di dominio teocratico sui cristiani greci della Turchia e dell’intera struttura sociale turca poggia, nota Marx, sulla sottomissione dei sudditi di differente fede a un principe musulmano, una sottomissione al Corano che tratta queste popolazioni come nazioni solo nel senso religioso. Un’emancipazione civile provocherebbe “una rivoluzione dei loro rapporti religiosi, politici e sociali che alla prima occasione li consegnerebbe inevitabilmente nelle mani della Russia. Se si sostituisse il Corano con un code civil, bisognerebbe occidentalizzare l’intera struttura della società bizantina” (pp. 89-90). Una distinta linea politica europea sembra concentrarsi proprio sull’obiettivo di estinguere il potere musulmano, infatti l’emancipazione dei cristiani dell’impero turco “degraderebbe l’islamismo da autorità politica a setta religiosa e sradicherebbe profondamente i vecchi capisaldi dell’impero Ottomano” (p. 114).
Vi è anche spazio per un’analisi critica delle posizioni dei nazionalisti come Kossuth che tendono a interpretare il conflitto fra inglesi e francesi da una parte e Russia dall’altra come uno scontro fra libertà e dispotismo; in realtà, sottolinea Marx, a parte il paradosso per cui ci si troverebbe costretti a vedere la libertà rappresentata da Napoleone III, l’obiettivo della guerra è mantenere l’equilibrio di potenza dei trattati di Vienna, proprio quei trattati che cancellano libertà e indipendenza delle nazioni.
Diversi anche i contributi di Engels che offrono al pensatore di Erfurt la possibilità di esibire le sue notevoli competenza in campo militare e strategico. Engels si sofferma anche sul modo con cui viene condotta questa guerra e di fronte all’esitazione con cui i cosiddetti ‘statisti’ conducono il conflitto sacrificando inutilmente molte vite, Napoleone I, considerato ‘macellaio’ di milioni di uomini costituisce “un modello d’umanità con la sua maniera audace, decisa e sferzante di condurre la guerra” (p. 183). Engels rimarca come i difetti dell’esercito britannico, in cui la maggior parte degli ufficiali mostra “deplorevoli lacune nelle branche generali e maggiormente teoriche della scienza militare” (p. 189), provengano soprattutto dal fatto che i brevetti di ufficiale possano essere acquistati trasformando così i ranghi superiori dell’esercito in appannaggio pressoché esclusivo dell’aristocrazia. Ciò che complessivamente caratterizza la guerra di Crimea è l’audacia delle truppe che viene regolarmente vanificata dall’incapacità dei comandanti.
Vi è poi una decina di articoli sulle vicende rivoluzionarie spagnole, che costituisce una sorta di piccolo saggio autonomo. In Spagna lo stato, nell’accezione moderna del termine, non possiede alcuna incarnazione nazionale, eccezion fatta per l’esercito in cui si sono concentrate le forze vitali della nazionalità spagnola. Nonostante tre secoli di monarchia asburgica e uno di monarchia borbonica, le libertà municipali sono sopravvissute e il centralismo statale non è riuscito a radicarsi. Le grandi monarchie nazionali europee erano riuscite ad affermarsi nel XVI secolo proprio grazie alla decadenza delle contrapposte classi feudali dell’aristocrazia e delle città. Negli altri stati, però, la monarchia assoluta aveva promosso l’unità sociale, rendendo possibile alle città il cedere la sovranità locale medievale in cambio del dominio generale della borghesia e del potere della società civile. In Spagna invece “mentre l’aristocrazia sprofondava nel degrado senza perdere i suoi peggiori privilegi, le città perdevano il loro potere medievale senza guadagnare l’importanza moderna” (p. 352). Il declino della vita commerciale industriale delle città spagnole ha finito per favorire il rafforzamento dell’indipendenza delle province e dei comuni, mentre la monarchia assoluta ha impedito che si sviluppassero interessi basati sulla divisione nazionale del lavoro e sugli scambi interni, le uniche fondamenta sulle quali sarebbe stato possibile creare un sistema amministrativo uniforme. La Spagna andrebbe quindi assimilata alle forme asiatiche di governo piuttosto che alle monarchie assolute europee.
Quando Napoleone occupò la Spagna, la prima rivolta spontanea nacque dal popolo mentre le classi dominanti erano disposte a sottomettersi al dominio napoleonico vedendo nei francesi l’unico baluardo contro la rivoluzione. Come tutte le guerre d’indipendenza condotte contro la Francia, anche quella spagnola presentava l’impronta della rigenerazione insieme a quella della reazione: un movimento nazionale che proclamava l’indipendenza della Spagna e nello stesso tempo un movimento reazionario che contrapponeva alle leggi napoleoniche i costumi antichi e contrastava con la ‘santa religione’ l’‘ateismo’ francese. La minoranza del partito nazionale spagnolo era composto dagli abitanti delle città e delle capitali provinciali, in cui si erano sviluppate le condizioni materiali della società moderna, ma la maggioranza era formata dai contadini e dagli abitanti delle cittadine più piccole imbevuti di pregiudizi religiosi e politici. I due elementi rimasero uniti finché si trattò di difendere il paese, ma si separarono al momento di redigere la nuova costituzione e inevitabilmente gli interessi conservatori della vecchia società si nascosero dietro i pregiudizi popolari per difendersi da futuri progetti rivoluzionari.
La costituzione del 1812 è una riproduzione dei vecchi fueros (documenti medievali che stabilivano diritti e doveri di città e villaggi nel campo giuridico, fiscale, del governo locale, ecc.) reinterpretati alla luce della rivoluzione francese. La Costituzione è così un prodotto originale della vita intellettuale spagnola che ha rigenerato vecchie istituzioni nazionali facendo anche inevitabili concessioni al pregiudizio popolare. Quando la Costituzione, cacciati i francesi, venne proclamata a Madrid fu accolta con gioia dalle masse che si aspettavano, da un semplice cambio di governo, la scomparsa delle loro sofferenze sociali. Nel momento in cui scoprirono che la costituzione non aveva questi poteri miracolosi le speranze si trasformano subito in delusione e le classi interessate alla restaurazione del vecchio regime (aristocrazia e clero) sfruttarono il malcontento popolare.
È possibile secondo Marx delineare alcuni paragoni con la rivoluzione francese e la sua storia costituzionale: paradossalmente, durante i moti del 1830, la costituzione francese del 1791, di fatto reazionaria, venne ritenuta colpevole di giacobinismo: “Nel 1791 il potere monarchico e le forze dominanti della vecchia società (...) non avevano ancora subìto le trasformazioni che avrebbero permesso loro di inserirsi ed esistere tra gli elementi della società nuova. Allora era necessaria un’azione rivoluzionaria per spezzare la resistenza della vecchia società, non una Costituzione che sancisse un compromesso impossibile con essa. Nel 1830, invece, essendo divenuta possibile una monarchia con poteri limitati, si comprese ampiamente che ciò avrebbe comportato il dominio della borghesia invece che l’emancipazione del popolo. La Costituzione del 1791 sembrò allora un anacronismo incendiario. Lo stesso discorso può valere per la Costituzione spagnola del 1812” (pp. 390-1).
Non mancano alcuni articoli in cui l’analisi verte sulle lotte del proletariato inglese, in particolare un importante riferimento si trova a proposito del ruolo dello stato che non va erroneamente interpretato come un ruolo di neutralità nella lotta delle classi: “Le classi lavoratrici capiranno presto che il singolo capitalista che le opprime è spalleggiato dall’intero apparato dello Stato e che per colpire il primo dovranno affrontare il secondo” (p. 107).
Un’edizione integrale delle opere di Marx ed Engels non è ancora stata completata, anche se tentativi in questo senso erano già stati fatti con la Marx Engels Gesamtausgabe (Mega) negli anni venti in Urss e con la Marx-Engels Werke (Mew) fra il 1956 e il 1968 nella Ddr. La pubblicazione della cosiddetta Mega2, iniziata nel 1975 e interrotta dopo la caduta dei paesi socialisti, è ripresa nel 1998 grazie all’Internationale Marx-Engels-Stiftung (Imes). I testi del presente volume sono stati tradotti sulla base dell’edizione della Mega2 voll. I/13 (1985) e I/14 (2001), della Mew e dell’edizione inglese dei Collected Works. Relativamente agli articoli i curatori delle edizioni delle opere complete hanno condotto un lavoro di ricerca attraverso l'analisi della corrispondenza fra Marx ed Engels, dei taccuini su cui la moglie di Marx registrava la spedizione degli articoli e dei riferimenti tratti dalle pubblicazioni coeve. Dal punto di vista filologico infatti uno dei problemi più rilevanti, a partire dalla prima raccolta pubblicata nel 1897 da Eleanor Marx, è stato quello dell'attribuzione della paternità degli articoli visto che spesso questi erano pubblicati senza firma.
In Italia l’edizione delle Opere complete, prevista in 50 volumi, era stata avviata dagli Editori Riuniti che hanno stampato 32 volumi fra il 1972 e il 1990 ed è ripresa solo nel 2008 con la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) grazie alla Città del Sole di Napoli la quale ha da poco dato alle stampe il vol. XXXI che presenta il libro I del Capitale in una nuova traduzione accompagnata inoltre da tutto l’apparato dei lavori preparatori, le principali varianti delle diverse edizioni e da pagine inedite. Lotta Comunista ha pubblicato i tre volumi dal 1874 al 1887 a completamento del carteggio e il volume qui recensito va a colmare il vuoto fra il vol. XII e il vol. XIV delle Opere complete.
Indice
Introduzione
Nota editoriale
Marx – Engels, La questione della guerra in Europa (scritto 13/14-02-1854, pubblicato New York Daily Tribune [NYDT] 06-03-1854)
Marx, Dichiarazione del Gabinetto prussiano – I piani di Napoleone – La politica della Prussia (s. 17-02-1854, p. NYDT 09-03-1854)
Marx, Dibattiti in Parlamento (s. 21-02-1854, p. NYDT 09-03-1854)
Marx, Dibattiti parlamentari del 22 febbraio – Il dispaccio di Pozzo di Borgo – La politica delle potenze occidentali (s. 24-02-1854, p. NYDT 13-03-1854)
Marx, Piani di guerra inglesi e francesi – L'insurrezione greca – Spagna – Cina (s. 28-02 e 03-03-1854, p. NYDT 18-03 1854)
Marx, La bancarotta austriaca (s. 03-03 1854, p. NYDT 22-03-1854)
Marx, Inaugurazione del Parlamento dei lavoratori – Il bilancio bellico inglese (s. 07-03-1854, p. NYDT 24-03-1854)
Marx, Lettera al Parlamento dei lavoratori (s. 09-03-1854, p. People’s Paper [PP] 18-03-1854)
Marx, Il Parlamento dei lavoratori (s. 10-03-1854, NYDT 29-03-1854)
Engels, La ritirata dei russi da Calafat (s. 13-03-1854, p. PP 18-03-1854)
Marx, L'insurrezione greca (s. 14-03-1354, p. NYDT 29-03-1854)
Marx, I documenti sulla spartizione della Turchia (s. 21-03-1854, p. NYDT 05-04-1854)
Marx, Corrispondenza diplomatica segreta (s. 24-03-1854, p. NYDT 11-04-1854)
Marx, Dichiarazione di guerra – Sulla storia della questione orientale (s. 28-03-1854, p. NYDT 15-04-1854)
Engels, La fortezza di Kronstadt (s. ante 30-03-1854)
Marx, Le finanze britanniche – Disordini a Preston (s. 31-03-1854, New York Semi-Weekly Tribune 21-04-1854)
Engels, L'esercito russo (s. tra 03-zero 4.12-04-1854)
Marx - Engels, La guerra europea (s. 03/04-04-1854, p. NYDT 17-04-1854)
Marx, Il dibattito parlamentare sulla guerra (s. 04-04-1854, p. NYDT 17-04-1854)
Marx, La Russia e la potenza tedesca – I prezzi del grano (s. 07-04-1854, p. NYDT 21-04-1854)
Engels, La posizione degli eserciti in Turchia (s. 13-04-1854, p. NYDT 28-04-1854)
Marx, La nota di Reshid Pascià – Un giornale italiano sulla questione orientale (s. 18-04-1854, p. NYDT 02-05-1854)
Marx, Grecia e Turchia – La Turchia e le potenze occidentali – Crollo delle vendite di cereali in Inghilterra (s. 21-04-1854, p. NYDT 06-05-1854)
Engels, La guerra turca (s. 24-04-1854, p. NYDT 16-05-1854)
Marx, L'insurrezione greca – L'emigrazione polacca – Il trattato austro-prussiano – Documenti sugli armamenti russi (s. 27/28-04-1854, p. NYDT 15-05-1854)
Marx, Il bombardamento di Odessa – Grecia – Il proclama del principe Danilo del Montenegro – Il discorso di Manteuffel (s. 02/03-05-1854, p. NYDT 16-05-1854)
Engels, Notizie dal conflitto europeo (s. 04-05-1854, p. NYDT 20-05-1854)
Marx, Le finanze britanniche (s. 09-05-1854, p. NYDT 23-05-1854)
Engels, Una famosa vittoria (s. 15-05-1854, p. NYDT 06-06-1854)
Marx, Attacco a Sebastopoli – Sgombero delle terre in Scozia (s. 19-05-1854, p. NYDT 02-06-1854)
Engels, La guerra (s. 22-05-1854, p. PP 27-05-1854)
Engels, La condizione attuale dell'esercito inglese – Tattica, uniforme, Commissariato, ecc. (s. 25-05-1854, p. NYDT 10-06-1854)
Engels, Navi e forti (s. 29-05-1854, p. NYDT 13-06-1854)
Marx, Il trattato fra Austria e Russia – Dibattiti parlamentari del 29 maggio (s. 30-05-1854, p. NYDT 12-06-1854)
Marx, Formazione di un ministero speciale della Guerra in Gran Bretagna – La guerra sul Danubio – La situazione economica (s. 02-06-1854, p. NYDT 14-06-1854)
Marx, Riorganizzazione dell'amministrazione militare britannica – L'ingiunzione austriaca – La situazione economica in Gran Bretagna – Saint Arnaud (s. 09-06-1854, p. NYDT 24-06-1854)
Engels, L'assedio di Silistra (s. 10-06-1854, p. NYDT 26-06-1854)
Marx – Engels, Lo stato della guerra russa (s. 16-06 e 23-06-1854, p. NYDT 08-07-1854)
Marx – Engels, La ritirata russa (s. 19-06 e 23-06-1854, p. NYDT 10-07-1254)
Marx, La guerra – Dibattito in Parlamento (s. 27-06-1854, p. NYDT 10-07-1854)
Marx, Insurrezione Madrid – Il trattato austro-turco – Moldavia e Valacchia (s. 04-07-1854, p. NYDT 19-07-1854)
Engels, La guerra sul Danubio (s. 06-07-1854, p. NYDT 25-07-1854)
Marx, Particolari dell'insurrezione a Madrid – Le ingiunzioni austro-prussiane – Il nuovo prestito austriaco – Valacchia (s. 07-07-1854, p. NYDT 21-07-1854)
Marx, Agitazione in Italia – Gli avvenimenti in Spagna – La posizione degli Stati tedeschi – I magistrati britannici (s. !3/14-07-1854, p. 28-07-1854)
Marx, Una riunione a Vienna – Il prestito austriaco – I proclami di Dulce e O’Donnell – La crisi ministeriale in Gran Bretagna (s. 18-07-1854, p. NYDT 03-08-1854)
Marx, La rivoluzione spagnola – Grecia e Turchia (s. 21-07-1354, p. 04-08-1854)
Marx, I dibattiti parlamentari sulla guerra (s. 25-07-1854, p. NYDT 07-08-1854)
Marx, La politica dell'Austria – Il dibattito sulla guerra alla Camera dei Comuni (s. 28-07-1854, p. NYDT 09-08-1854)
Marx - Engels, Quella tediosa guerra (s. 29-07 e 01-08-1854, p. NYDT 17-08-1854)
Marx, Espartero (s. 04-08-1854, p. NYDT 19-08-1254)
Engels, Attacco ai forti russi (s. 07-08-1254, p. NYDT 21-08-1854)
Marx, Evacuazione dei Principati danubiani – Gli eventi spagnoli – Una nuova Costituzione in Danimarca – I cartisti (s. 08-08-1854, p. NYDT 21-08-1854)
Marx, Evacuazione di Moldavia e Valacchia – Polonia – Le richieste del popolo spagnolo (s. 11-08-1854, p. NYDT 25-08-1254)
Marx, La questione orientale – La rivoluzione in Spagna – La stampa di Madrid (s. 14/15-08-1854, p. NYDT 01-09-1354)
Marx, Rivoluzione in Spagna – Bomarsund (s. 18-08-1854, p. NYDT 04-09-1854)
Engels, La conquista di Bomarsund (s. 21-08-1854, p. NYDT 04-09-1854)
Engels, La conquista di Bomarsund (s. 28-08-1854, p. NYDT 13-09-1854)
Marx, La Spagna rivoluzionaria (s. tra 08-1854 e 12-1854, p. NYDT 09-09-1854, NYDT 25-09-1354, NYDT 20-10-1254, NYDT 27-10-1854, NYDT 30-10-1854, NYDT 24-11-1854, NYDT 25-11-1854, NYDT 02-12-1854, NYDT 23-03-1855)
Marx, La reazione in Spagna (s. 01/02-09-1854, p. NYDT 16-09-1854)
Marx, Sviluppi della guerra (s. 08-09-1854, p. NYDT 22-09-1854)
Marx, Voci sull'arresto di Mazzini – Il prestito obbligatorio austriaco – Spagna – La situazione in Valacchia (s. 12-09-1354, p. NYDT 30-09-1354)
Marx, Le azioni della flotta alleata – La situazione nei Principati danubiani – Spagna – commercio estero britannico (s. 15-09-1854, p. NYDT 02-10-1854)
Engels, Attacco a Sebastopoli (s. 25-09-1854, p. NYDT 14-10-1354)
Engels, Notizie dalla Crimea (s. 02/03-10-1254, p. NYDT 17-10-1854)
Marx – Engels, L'imbroglio di Sebastopoli (s. 05/06-10-1854, p. NYDT 21-10-1854)
Marx – Engels, L'imbroglio di Sebastopoli – Notizie generali (s. 05/06-10-1854, p. NYDT 21-10-1854)
Engels, La battaglia dell’Alma (s. 09-10-1854, p. NYDT 26-10-1354)
Engels, Le forze militari russe (s. 16-10-1354, p. NYDT 21-10-1854)
Engels, L'assedio di Sebastopoli (s. 30-10-1854, p. NYDT 15-11-1354)
Engels, La campagna in Crimea (s. 09-11-1854, p. NYDT 27-di 1800-1854)
Engels, La guerra in Oriente (s. 16-11-1854, p. NYDT 30-11-1354)
Engels, La battaglia di Inkerman (s. 27-11-1854, p. NYDT 14-12-1354)
Engels, La campagna di Crimea (s. 04-12-1354, p. NYDT 27-12-1854)
Marx – Engels, Andamento della guerra (s. 14/15-12-1854, p. NYDT 01-01-1855)
Engels, Le forze militari austriache (14/15-12-1854, p. NYDT 08-01-1855)
Marx, Sguardi retrospettivi (s. 29-12-1854 e 01-01-1855, p. Neue Oder-Zeitung [NOZ] 02-01 e 04-01-1855)
Marx, La Stampa e il sistema militare (s. 03-01-1855, p. NOZ 06-01-1855)
Engels, Disastro britannico in Crimea (s. 04-01-1855, p. NOZ 08-01 e 09-01-1855)
Marx, Crisi del commercio e dell'industria (s. tra 08-01 e 22-01-1855, p. NOZ 11,12, 20,25-01-1855)
Marx, I quattro punti (s. tra 09-01 e 15-01-1855, p. NOZ 13, 15,18-01-1155)
Marx, La crisi commerciale in Gran Bretagna (s. 11-01-1855, p. NYDT 26-01-1855)
Engels, La campagna di Crimea (s. 18-01-1855, p. NYDT 03-02-1855)
Engels, L'assalto di Sebastopoli (s. ante 19-01-1855, p. NYDT 05-02-1255)
Marx, Le osterie e l'osservanza della domenica – Clanricarde (s. 19-01-1855, p. NOZ 22-01-1355)
Marx – Engels, Critica dell’assedio di Sebastopoli (s. 19-01-1855, p. NOZ 23-01-1855)
Engels, Prospettive in Crimea (s. tra 22-01 e 25-01-1355, p. NYDT 10-02-1855)
Marx, Scopo delle trattative – Polemica contro Prussia – Una rivolta a palle di neve (s. 23-01-1855, p. NOZ 26-01-1855)
Marx, L'inaugurazione del Parlamento (s. 24-01-1855, p. NOZ 27-01-1855)
Marx, Commenti a proposito della crisi ministeriale (s. 26-01-1855, p. NOZ 29-01-1855)
Marx, Notizie parlamentari (s. 27-01-1855, p. NOZ 30-01-1855)
Engels, La guerra europea (s. ca 29-01-1855, p. NYDT 17-02-1355)
Marx – Engels, Dal Parlamento – Dal teatro di guerra (s. 29-01-1855, p. NOZ 01-02-1855)
Marx, La caduta del governo Aberdeen (s. 02-02-1855, p. NYDT 17-02-1355)
marzo, La crisi ministeriale (s. 02-02-1855, p. NOZ 05-02 1855)
Marx, Il governo sconfitto (S. 03-02-1855, p. NOZ 07-02-1855)
Marx, I partiti e le cricche (s. 05-02-1855, p. NOZ 08-02-1855)
Marx – Engels, L'ultimo governo britannico (s. 01-02-1855, p. NYDT 23-02-1855)
Marx, Due crisi (s. 06-02-1855, p. NOZ 09-02-1855)
Allegati:
A. Bozze: Marx, Una Junta centrale – Spagna – Intervento
B. Dubiosa: La guerra – La borghesia inglese
Note
Cronologia della vita e delle opere di Marx ed Engels 1854-1855
Indice geografico
Indice delle mappe e delle illustrazioni
Indice dei nomi
Cenni biografici dei nomi citati
Repertorio bibliografico
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