venerdì 7 febbraio 2014

Michelet, Jules, Discorso su Vico. Il sistema e la vita (1668-1744)

Messina, Il Grano, 2013, pp. 93, euro 12, ISBN 978 88 907653 2 2.

Recensione di Matteo Sozzi – 29/11/2013

Questo agevole volumetto racchiude tre scritti dello storico francese J. Michelet, noto in particolare per le monumentali Storia di Francia e Storia della Rivoluzione francese: si tratta del Discorso sul sistema e sulla vita di Vico, dell’Aggiunta al Discorso e, in Appendice, dell’introduzione al libro III della Storia della Rivoluzione francese. L’approccio con cui Michelet studiò e indagò gli eventi fu improntato ad una visione globale della storia, nella quale riteneva possibile scorgere linee di sviluppo e di continuità, comprensibili in particolare grazie alla decifrazione

 di situazioni o avvenimenti carichi di valore simbolico e capaci di unire il significato del passato, la lettura del presente e la visione delle tendenze future. In questa idea della storia al contempo intelligibile e progressiva, lo studioso francese elesse come soggetto da indagare il popolo, quale protagonista di quel percorso di rinnovamento anche morale che costituisce uno dei significati fondamentali degli avvenimenti. Non sorprende pertanto l’interesse di Michelet per la riflessione di Vico, il filosofo che propose la concezione di una storia abitata da una struttura ideale ed eterna alla cui luce assumono significato gli eventi del tempo. Colpisce tuttavia la maestria con cui da storico Michelet presenta i nuclei centrali della filosofia della storia vichiana in una forma narrativa, caratterizzata da grande scorrevolezza, dalla cura del dettaglio e dal gusto per il particolare. Nel Discorso, in specifico, viene illustrata la vita e la dottrina del filosofo napoletano nei suoi tratti essenziali: dal confronto critico con Cartesio alla centralità della categoria di popolo, dall’idea della storia come successione di tre età al ruolo della religione, della poesia e della legislazione nei diversi periodi storici, dalla teoria dell’eterogenesi dei fini alla prospettiva evolutiva e involutiva della civiltà. L’Aggiunta impreziosisce inoltre il Discorso attraverso un catalogo delle opere vichiane e degli scritti che a Vico fecero riferimento: il lettore riesce così a cogliere le innumerevoli derivazioni vichiane che percorrono gli autori della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento. Corona infine il volumetto l’Appendice, in cui si coglie la presenza di Vico e della sua visione della storia nel modo stesso con cui Michelet lesse gli avvenimenti della Rivoluzione francese, ad esempio quando considera la Rivoluzione “nel suo principio gloriosamente spiritualista, figlia della filosofia, e non della penuria” (p. 80), comprensibile quindi solo tenendone presenti i due fondamentali poli di senso: Voltaire e Rousseau.
In definitiva il volumetto costituisce un’attraente sintesi delle dottrine vichiane e della loro influenza nel Sette/Ottocento in una forma capace di appassionare grazie alla splendida prosa di un grande storico romantico, che vuole collocarsi tra i discepoli di Vico in tempi durante i quali, forse come oggi, non sufficientemente il filosofo napoletano viene valorizzato all’interno degli studi storici e filosofici.  


Indice

Prefazione

Parte prima
Discorso sul sistema e sulla vita di Vico

Parte seconda
Aggiunta al discorso

Appendice
Del metodo e dello spirito

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