Traduzione di Monica Bini, Paolo Dalvit, Irma Perrotti, Matilde Rivetti, Milano, Lotta Comunista, 2014, pp. XX + 914, euro 30, ISBN 978-88-96901-15-1.
Sono raccolti in questo volume gli scritti di Engels redatti negli anni immediatamente successivi la morte di Marx (5 maggio 1883). Si tratta di anni di intenso lavoro visto che i compiti, precedentemente divisi fra i due amici, ricadono ora completamente su Engels, il quale si trova a dover mantenere da solo i contatti col movimento socialista internazionale, a completare l’edizione del Capitale e, infine, a dedicarsi alla stesura di alcune delle sue opere fondamentali, quali L’origine della famiglia, della proprietà
privata e dello Stato (1884), Per la storia della lega dei comunisti (1885), Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca (1886).
privata e dello Stato (1884), Per la storia della lega dei comunisti (1885), Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca (1886).
L’origine della famiglia viene da Engels definita il «compimento di una disposizione testamentaria» (p. 29), visto che l’idea di inserire i risultati delle ricerche antropologiche di Lewis Morgan all’interno della concezione materialistica della storia si doveva a Marx. In realtà in quest’opera confluiscono anni di ricerche – compiute sempre insieme a Marx – e rimane un testo fondamentale nella delineazione di una teoria marxista dello stato. Lo stato nasce dall’esigenza di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma essendo allo stesso tempo il prodotto di questi antagonismi «esso è di regola lo Stato della classe più potente, quella economicamente dominante che, per suo tramite, viene a dominare anche politicamente e ottiene così nuovi strumenti di dominio e di sfruttamento della classe oppressa» (p. 154); tuttavia Engels evidenzia anche come, in alcuni casi eccezionali, possano verificarsi situazioni in cui la lotta fra le classi si controbilanci al punto che il potere statale, come mediatore apparente, possa ottenere per breve tempo una certa autonomia nei confronti delle classi in lotta.
Il Ludwig Feuerbach permette di delineare meglio i rapporti fra il pensiero di Marx ed Engels e la filosofia hegeliana individuando nel movimento operaio tedesco «l’erede della filosofia classica tedesca» (p. 290), mentre in Per la storia della lega dei comunisti, Engels ricorda come il movimento operaio internazionale di oggi sia sostanzialmente una prosecuzione di quello tedesco sviluppatosi negli anni fra il 1836 e il 1852. La diaspora, che seguirà alle condanne del processo di Colonia del 1852, favorirà lo sviluppo del movimento operaio in quasi tutti i paesi civili. Il movimento tedesco è stato il primo movimento operaio internazionale da cui usciranno molti degli elementi che avranno un ruolo preminente nell’Associazione internazionale dei lavoratori.
La pubblicazione di nuove edizioni e traduzioni di alcune delle sue opere e di quelle di Marx permette a Engels, nelle diverse prefazioni scritte per l’occasione, di ricostruire le condizioni della composizione originale dell’opera e di sviluppare un confronto con la situazione presente. Ad esempio, nella prefazione alla prima edizione tedesca della Miseria della filosofia di Marx, Engels delinea un confronto con l’economista prussiano Johann Karl Rodbertus, per il quale valore e lavoro rimangono privi di qualunque nesso oggettivo costringendo l’economista prussiano ad andare alla ricerca di una misura del valore esterna al valore stesso, tornando così a sottolineare alcuni punti fondamentali della teoria del valore-lavoro. L’occasione permette a Engels anche di richiamare alcuni errori come il tentativo di giungere al comunismo partendo dalla teoria di Ricardo, secondo cui i lavoratori sono i soli produttori reali, e deducendone che l’intera produzione sociale dovrebbe allora appartenere ai lavoratori stessi, ma quest’applicazione della teoria ricardiana si rivela «formalmente falsa dal punto di vista economico, poiché è una semplice applicazione della morale all’economia» (p. 165), infatti Engels sottolinea come, in base alle leggi dell’economia borghese, la maggior parte del prodotto non appartenga ai lavoratori che lo hanno creato e il fatto che si giudichi ingiusto tutto ciò non ha nulla che vedere con l’economia, ma se mai con l’affermazione che questo fatto economico urti il nostro senso morale: «Per questo Marx non ha mai fondato su questa base le sue rivendicazioni comuniste, bensì sulla necessaria rovina […] del modo di produzione capitalistico» (ivi).
Nell’appendice all’edizione americana della Situazione della classe operaia in Inghilterra, Engels si sofferma sull’evoluzione del capitalismo inglese negli ultimi quarant’anni mostrando come il grande capitale, a un determinato punto del suo sviluppo, trovi più utile ricorrere “alla pace e all’armonia” nei rapporti con il proletariato, quale strumento per accelerare la concentrazione del capitale e spazzar via i concorrenti più deboli attraverso una serie di innovazioni legislative (eliminazione del truck system, legge delle 10 ore, ecc.): «tutte queste concessioni alla giustizia e alla filantropia non erano in realtà che un mezzo per accelerare la concentrazione del capitale nelle mani di pochi, per i quali le piccole estorsioni accessorie degli anni precedenti non avevano soltanto perduto tutta la loro importanza, ma ora erano addirittura degli ostacoli» (p. 243); queste concessioni non sono dunque altro che un mezzo per schiacciare più rapidamente i concorrenti più deboli che non possono reggere senza quei guadagni supplementari. In questo modo, nei settori principali dell’industria (ma non in quelli più arretrati), lo sviluppo della produzione capitalistica è bastato da solo a eliminare le angherie che negli anni precedenti avevano peggiorato la condizione dell’operaio.
Nella prefazione statunitense allo stesso testo Engels sottolinea come negli USA, dove gli elementi feudali non hanno ostacolato lo sviluppo capitalistico, la classe operaia abbia potuto in pochi mesi sviluppare due tappe – la coscienza di costituire una classe distinta e la formazione di un distinto partito politico – che in Europa hanno, invece, richiesto anni; anche se rimane ancora da compiere il passo più difficile che consiste nel delineare il programma del nuovo partito operaio.
Nel 1888 Engels si dedica alla stesura del quarto capitolo de Il ruolo della violenza della storia, destinato, nelle intenzioni, a dar vita, insieme ai primi tre capitoli comparsi nell’Antidühring, a un volume autonomo volto a completare l’analisi della funzione della violenza come subordinata alle istanze economiche. Lo schizzo del quarto capitolo, mai completato in quanto Engels si ritroverà impegnato in lavori più urgenti, permette all’autore di applicare la sua tesi alla storia tedesca fra il 1848 il 1888. Engels mostra come la borghesia tedesca, da una parte, rivendicasse il potere politico attraverso un governo scelto dalla maggioranza liberale della Camera mentre, dall’altra, esigesse una trasformazione rivoluzionaria attuabile solo con la violenza e con una dittatura di fatto, ma in politica, spiega Engels, ci sono soltanto due forze decisive: l’esercito, espressione della forza organizzata dello Stato, e la forza non organizzata delle masse popolari. La borghesia dopo il ‘48 temeva più le masse popolari dell’assolutismo, ma l’esercito non era a sua disposizione. Bismarck aveva combattuto le rivendicazioni parlamentari della borghesia, ma desiderava realizzarne le aspirazioni nazionali che coincidevano con i desideri dalla politica prussiana: «Se, contro la volontà della borghesia, egli faceva adesso, ancora una volta, ciò che la borghesia voleva, se rendeva reale l’unificazione della Germania, così come la borghesia l’aveva formulata, il conflitto si eliminava da sé» (p. 362). Bismarck opera una “rivoluzione dall’alto” eliminando tutte le arretratezze del sistema dei piccoli stati che sbarravano la strada allo sviluppo capitalistico e al desiderio di dominio della Prussia. Gli errori di Bismarck si palesano nel momento in cui, dopo la guerra franco-prussiana, annette al neonato stato tedesco Alsazia e Lorena, con la conseguenza di spingere la Francia nelle braccia di chiunque le avesse prospettato la restituzione delle province perse, cioè la Russia.
Importanti indicazioni emergono anche a proposito della strategia che deve essere seguita dal movimento comunista, a tale proposito, nell’articolo su Marx e la Neue Rheinische Zeitung 1848-1849, Engels ricorda come nel ‘48 la borghesia tedesca non avesse ancora la forza, il coraggio e la necessità di conquistare il dominio all’interno dello stato, mentre il proletariato, altrettanto poco sviluppato, non aveva ancora una chiara misura del contrasto di interessi con la borghesia finendo così per diventarne l’appendice politica. In quella situazione, sottolinea l’autore, il compito del proletariato, ancora inconsapevole del proprio ruolo storico, era quello di spingere in avanti la borghesia formando la sua ala di estrema sinistra, i lavoratori tedeschi dovevano prima di tutto conquistare i diritti indispensabili per una loro organizzazione autonoma come partito di classe e, pertanto, il proletariato tedesco all’inizio fece la sua comparsa sulla scena politica come partito democratico estremo. Conseguentemente quando venne fondata la Neue Rheinische Zeitung la bandiera sotto cui lottare era quella della democrazia: «ma di una democrazia che evidenziasse ovunque, finanche nei dettagli, quel carattere specificamente proletario che non poteva ancora scrivere una volta per tutte sul proprio vessillo. Se noi ci fossimo rifiutati, se non ci fossimo agganciati al movimento nel punto esatto in cui esso si trovava, il suo estremo più avanzato, autenticamente proletario, per portarlo avanti, non ci sarebbe restato altro da fare che predicare il comunismo su un qualche giornaletto locale e fondare, invece di un grande partito d’azione, una piccola setta» (p. 17).
Nell’appendice sono presenti 14 articoli scritti da diversi autori (Kautsky, Bernstein, Adler, Lafargue, Aveling, Schlüter) con la diretta collaborazione di Engels. Anche qui Engels coglie la possibilità per continuare la lotta in difesa del lavoro di Marx e per ribadire i punti fondamentali della ricerca sviluppata da lui e da Marx. Ad esempio nel Socialismo da giuristi, scritto con Kautsky, vi è l’opportunità di ricordare come il diritto del singolo lavoratore all’intero provento del suo lavoro sia esclusivamente una teoria proudhoniana, del tutto diversa dalla rivendicazione comunista che i mezzi di produzione e i prodotti debbano appartenere alla totalità dei lavoratori. In questa sezione del volume emerge poi tutto il lavoro fatto da Engels, accompagnato da una precisa ricostruzione dei contrasti all’interno del movimento operaio internazionale, per l’organizzazione del Congresso internazionale del 1889 a Parigi, che di fatto darà vita alla II Internazionale.
Curatori e traduttori hanno prodotto senz’altro un prezioso lavoro, l’opera, oltre a presentare anche tre manoscritti di Engels inediti in italiano (Proudhon. Lavoro preparatorio per la prefazione alla prima edizione tedesca della Miseria della filosofia di Karl Marx, Annotazione sulla nascita del cristianesimo, Note e cambiamenti per una seconda edizione della Misère de la Philosophie di Karl Marx), è accompagnata da un esauriente e accurato apparato di note e da utili indici in cui troviamo fra l’altro biografie dei personaggi menzionati, un repertorio bibliografico delle opere citate da Engels e negli apparati, nonché una descrizione di popoli e tribù di cui si parla nell’Origine della famiglia.
Il presente volume è importante perché si inserisce all’interno del lavoro di completamento dell’edizione integrale delle opere di Marx ed Engels attualmente condotta dall’Internationale Marx-Engels-Stiftung (Imes). I testi sono stati tradotti sulla base dei voll. I/29 (1990), I/30 (2011) e I/31 (2002) della Marx Engels Gesamtausgabe 2 (Mega2), del vol. 21 (1962) della Marx-Engels Werke (Mew) e del vol. 26 (1990) dell’edizione inglese dei Collected Works. In Italia l’edizione delle Opere complete, prevista in 50 volumi, era stata avviata dagli Editori Riuniti che hanno stampato, fra il 1972 e il 1990, 32 volumi ed è ripresa solo nel 2008 grazie alla Città del Sole di Napoli, mentre Lotta Comunista ha completato la pubblicazione del carteggio e il testo qui recensito va a occupare il posto del volume XXVII previsto dall’originale piano di pubblicazione.
Indice
Introduzione
Nota editoriale
1883
Georg Weerth, il primo e più importante poeta del proletariato tedesco
Prefazione al Manifesto del partito comunista (edizione tedesca del 1883)
L’apocalisse
1884
Marx e la Neue Rheinische Zeitung 1848-1849
Note e cambiamenti per una seconda edizione della Misère de la Philosophie di Karl Marx
Proudhon. Lavoro preparatorio per la prefazione alla prima edizione tedesca della Miseria della filosofia di Karl Marx
Sull’associazione del futuro
L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato in relazione alle ricerche di Lewis H. Morgan
Nota preliminare all’edizione in volume della serie di articoli di Karl Marx Lavoro salariato e capitale
Prefazione alla prima edizione tedesca di Miseria della filosofia di Karl Marx
Sulla decadenza del feudalesimo e il sorgere della borghesia
Sulla “guerra dei contadini”
1885
Consiglieri dinamitardi imperiali russi veramente segreti
Chi paga la dinamite?
L’Inghilterra nel 1845 e nel 1885
Annotazione sulla nascita del cristianesimo
Prefazione a Karl Marx davanti ai giurati di Colonia
Alla direzione del Severnyj Vestnik
Per la storia della Lega dei comunisti
La situazione
Al comitato di redazione del Socialiste
Come non deve essere tradotto Marx
Sulla storia dei contadini prussiani. Introduzione all’opuscolo di Wilhelm Wolff Il miliardo slesiano
Prefazione alla terza edizione di Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte di Karl Marx
1886
Appendice all’edizione americana della Situazione della classe operaia in Inghilterra
Per il 15º anniversario della Comune di Parigi
Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca
Una dichiarazione alla redazione della New Yorker Volkszeitung
Sullo sciopero degli operai della vetreria a Lione
La situazione politica europea
Una risposta a E. P.
Johann Philipp Becker
1887
Prefazione alla seconda edizione rivista della Questione delle abitazioni
Il movimento operaio in America. Prefazione all’edizione americana della Situazione della classe operaia in Inghilterra
Lettera al comitato organizzativo della Festa internazionale a Parigi
Lettera alla Fédération socialiste révolutionnaire du Centre du Parti Ouvrier
Correzioni di Friedrich Engels al programma della Federazione socialista dell’Inghilterra del Nord
Introduzione all’opuscolo di Sigismund Borkheim, In ricordo dei grandi patrioti tedeschi. 1806-1807
1888
Lavori preparatori per l’opuscolo Il ruolo della violenza nella storia
Prefazione al Manifesto del Partito comunista (edizione inglese del 1888)
Bozza di lettera ai giornali inglesi
Dazio protettivo e libero scambio. Prefazione all’edizione americana di “Libero scambio. Discorso tenuto davanti all’Associazione democratica, Bruxelles, Belgio, 9 gennaio 1848” da Karl Marx
Annotazioni sul viaggio attraverso l’America e il Canada
Dalle impressioni di viaggio sull’America
1889
Lettera al direttore del Labour Elector
Lo sciopero dei minatori della Ruhr nel 1889
I mandati dei possibilisti
Lo sciopero dei lavoratori dei dock londinesi
L’abdicazione della borghesia
Appendice
I. Allegati
A. F. Engels – Nota aggiunta pel lettore italiano alla prima edizione italiana dell’Origine (1885)
B. F. Engels – Nota all’edizione danese dell’Origine (1888)
C. F. Engels – Prefazione all’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (quarta edizione del 1891)
D. F. Engels – Notizie preparatorie alla IV edizione dell’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1891)
E. F. Engels – Scoperto un nuovo caso di matrimonio di gruppo (1892)
II. Documenti (settembre 1883-giugno 1889)
Da una lettera di G. A. Lopatin a M. N. Ošanina (1883)
Paul Lafargue – La teoria del plusvalore di Karl Marx e la critica del sig. Paul Leroy-Beaulieu (1884)
Karl Kautsky – Il “Capitale” di Rodbertus (1884)
Karl Kautsky – Una replica (1884)
Edward Aveling – Risposta a una lettera di Carl Varenholz (1885)
L’insurrezione del maggio 1849 (1885)
Karl Kautsky – Recensione a La storia del primo movimento socio-politico operaio in Germania di Georg Adler (1886)
Laura Lafargue, Eleanor Marx-Aveling – Per Bismarck (1886)
Engels, Kautsky – Socialismo da giuristi (1886)
Hermann Schlüter – Il movimento cartista in Inghilterra
Edward Aveling – Alla sezione del Partito Operaio Socialista, America (Seconda circolare) (1887)
Edward Aveling – Alla redazione della New Yorker Volkszeitung (1887)
Edward Aveling alla sezione del Partito Operaio Socialista (1887)
Karl Kautsky, Oesterreichischer Arbeiter-Kalender für das Schaltjahr 1888 – Profilo biografico di Friedrich Engels (1887)
Intervista a Friedrich Engels della New Yorker Volkszeitung (1888)
Karl Kautsky ‒ I conflitti di classe del 1789. Per il centesimo anniversario della Grande Rivoluzione (1889)
Engels, Bernstein ‒ Il Congresso operaio internazionale del 1889, “Una replica alla Justice” (1889)
E. Bernstein ‒ Il congresso di Parigi. Al direttore della Justice (1889)
Congresso operaio socialista internazionale 14-21 luglio 1889. Appello agli operai e ai socialisti d’Europa e d’America (1) (1889)
Congresso operaio socialista internazionale 14-21 luglio 1889. Appello agli operai e ai socialisti d’Europa e d’America (2) (1889)
Engels, Bernstein ‒ Il Congresso operaio internazionale del 1889. Una risposta al “Manifesto della Federazione socialdemocratica” (1889)
Avviso di convocazione del congresso operaio socialista (1) (1889)
Avviso di convocazione del congresso operaio socialista (2) (1889)
Eduard Bernstein ‒ Lo sciopero dei “non qualificati” (1889)
Note
Cronologia della vita e delle opere di Engels maggio 1883-dicembre 1889
Indici
4 commenti:
Devo segnalare una mia svista: come noto Marx è nato il 5 maggio 1818 ed è morto il 14 marzo 1883.
Maurizio Brignoli
Dopo che K. Marx ripudiava il movimento comunista rifiutandone decisione partitica e dopo che moriva non senza prima comportamenti non solo da 'ex' ma da 'anti', a F. Engels toccò di dover riflettere, per istintiva preoccupazione, in nuovi termini nazionali (tedeschi) e psicologici (occidentali) sulla comune attività, cui offriva esito di nuova ricerca contraddicendosi delle passate azioni i caratteri affermativi e trovando in ciò sostegno nelle stesse del tutto anomale consequenzialità generate dalla scomparsa di Marx negli ambienti marxisti contro la distratta serenità di tali stessi ambienti. Quindi interpretando anche ultima volontà di stesso Marx la quale stimò concorde, aggiunse alle proprie, oramai da egli stesso iniziate ad esser intuite per disastrose, già fatte referenze filosofiche, alcune pubblicistiche, che apponeva a quelle fatte da Marx con stesse sue (di Engels) referenze, anche codeste oramai intuite per disastrose. Lo scopo era di evidenziare l'emergere, comunque e quantunque accadesse, di sofismi nelle premesse filosofiche comuni, perché nonostante tutto v'era restante intenzione filosofica in lui nonostante gli errori, finalmente ravvisati nella precedente attività di referenza, priva di sufficiente dubitosità ovvero metodologicamente incerta ed in più incosciente e passivamente condotta senza accorgimento di tutte le doppiezze ed ambiguità della cultura cui attingeva. Tale difettosità nel (e non del) procurare i riferimenti era eterodotta dagli ambienti del positivismo nella illusione di servire le cause sociali con i dati scientifici e fino all'inganno di poter generare un nuovo, fatale, incontrovertibile, generoso, distinto potere di società, che dominasse anche la scena politica apprestando nuove felicità alle cittadinanze. Sebbene questa apparenza illusoria spesso si disintegrasse diversificandosene le ambizioni, dopo accadeva che si reintegrasse anche, a causa della differenziazione dei destinatari di queste. ...
MAURO PASTORE
MAURO PASTORE :
... In ciò non era al principio alcuna intromissione di umani e vitali poteri ma di casi imponderati da ingenuità e superficialità intellettuale positivista e di ulteriori casi più negativi, che occultavano l'evolversi di tali eventi medesimi alle maggiori intelligenze filosofiche e politiche che pure erano interessate a valutare con tutta la prudenza necessaria gli accadimenti socialmente preoccupanti legati a stessi eventi.
Engels quindi raccontò della forza democratica e delle forze impolitiche, proletarie, di tali tempi politici, avendo cura di dare risalto al mondo operaio a discapito del mondo proletario, di cui anch'egli stesso aveva potuto constatare tragica violenza diffusa ed in cui criminalità devastante per qualunque realizzazione filosofico-politica. Ma procedendo ad interpolare, commutare, cambiare quanto infine ravvisava di ovviamente antifilosofico per esclusione primaria, intuitiva più che razionale date le emergenze sociali e politiche sorte da quegli operati suoi politici e secondariamente filosofici comuni con Marx, Engels si scontrava con coincidenze nullificanti di vari generi ed entità, tutte antifilosofiche; sicché la propria passata riflessione pacifista, idealista, postkantiana non realista, ex-vetero-hegeliana e non ex hegeliana, perché assolutista non riconformata alle precisazioni autolimitative di Hegel stesso, sulla violenza della storia, riflessione che era stata già impulso alla rimostranza politica, Engels la trasformò in una constatazione antidesignificante per una prassi puramente meramente ovvia, non senza stavolta risultato di impedimento ai crescenti fanatismi comunisti, però provvisorio ed insufficiente. ...
MAURO PASTORE
MAURO PASTORE :
... Notando precipitare di eventi, Engels lasciò che tale suo saggio filosofico ne fosse travolto senza completarne altro futuro cioè rifiutando cultura alla subculturalità del mondo proletario stesso, che lasciava così in un vuoto intellettuale diminuente forza di impatto e senza più persuasione morale impeccabile, da stesso tale mondo celata estraneamente contro Occidente e contro Europa stessa per antieticità irriducibile dei contenuti imposti da molti proletari alle opinioni pubbliche statali tramite la seduzione poi irregimentazione comunista.
Varie evidenziazioni di Engels assumevano dunque futuro di opposizioni antimarxiste (non ad ultime volontà, antimarxiste, di Marx stesso): la classe operaia non i proletari, i Capitali non il Capitale, le economie non la economia, la miseria non grandezza nella condotta di azione di Karl Marx... Tutte distruttive limitazioni, auto-anti-referenziali.
Ciò non costruiva alcunché ed Engels rese alla filosofia non una opera ma un lavoro di maggiore certificazione di particolare negatività antipolitica insita in particolare positività antifilosofica ma gli abbozzi di interpretazioni riguardanti i rapporti con le scienze non superarono la soglia del resoconto, che dovette direttamente consegnare, lui quale imputato quindi delatore, alle Autorità della Germania, le quali ne ricercavano per difendere esistenza reale di scuole, università ed accademie. Egli finalmente non più disconoscente delle reali condizioni naturali ed umane europee e relative difficoltà ma non parimenti riconoscente chi interessato ancora a ciò che egli stesso pensava, la violenza di fatto del movimento comunista di allora avviato a totalitarismo gli impedì di diventare anche collaboratore di giustizia.
MAURO PASTORE
Posta un commento